Cultura

COMPLIMENTI DA BITONTO PER IL MAESTRO LEONARDO DI GIOIA, POCA VISIBILITA’ DALL’AMMINISTRAZIONE DI RUVO: “NEMO PROPHETA IN PATRIA”

Oltre la musica. Mercoledì 21 giugno. Festa della musica. Solstizio d’estate. Il Maestro Leonardo Di Gioia nella chiesetta di San Valentino a Bitonto. Niente di più bello poteva accadere nella nostra comunità. Abbiamo avuto il privilegio e l’onore di poter “viaggiare” in tantissimi luoghi e poter condividere molte emozioni grazie alla fisarmonica del Maestro Leonardo Di Gioia o, come lui pretende di essere chiamato semplicemente: Leo. L’aspetto tecnico non ha certo bisogno di essere spiegato visto i tantissimi riconoscimenti internazionali da lui ottenuti. Il pubblico in visibilio, l’attento ascolto alle sue composizioni, i sorrisi e gli scambi di occhiate tra la gente durante le sue improvvisazioni, la richiesta esplicita di due bis confermano la fama che lo precede, quella di uno dei migliori fisarmonicisti al mondo. Ma l’aspetto più intrigante vien fuori solo quando capisci chi è Leo o quando ci parli; perché prima della sua esibizione, gironzola per il quartiere zaino in spalla, sorseggiando una coca e cellulare al seguito come un normalissimo ragazzo della sua età. Quasi non lo si riconosce in veste di concertista. Successivamente al concerto poi, parlarci diventa spiazzante per via della sua gentilezza, disponibilità ed ironia, con la pretesa che gli venga dato del tu, e in un niente sembra di conoscerlo da una vita. Musicista di Ruvo Di Puglia, 36enne, ringrazia l’associazione “il cenacolo dei Poeti” e il suo presidente per l’invito, elogia il suo paese, ringrazia il Talos Festival della famiglia Minafra, i suoi insegnanti, con un piccolo dente amaro nei confronti dell’amministrazione per la poca visibilità che vien data ai tantissimi musicisti ruvesi, compreso lui, ma si sa: “nemo propheta in patria”. Mi regala anche un suo disco e mi chiede di scrivergli qualche riga. Lo faccio con piacere. Lo merita a mani basse. Rare volte ho assistito ad un connubio del genere: professionalità e umiltà. Le virtù dei grandi insomma. Spero di riascoltarlo di nuovo: fa bene all’anima.

(Foto Nicola Abbondanza)

Fabio Abbattista

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