IL GRIDO DI UNA MAMMA: “I RUVESI SPENDONO FUORI. SIAMO ALLARMATI”
Uno sfogo, un grido di allarme per un’attività commerciale messa a dura prova dal Covid-19 e dalla situazione attuale del centro antico. Una lettera che riassume quello che una famiglia sta vivendo per cercare di veder realizzati i sogni del proprio figlio. Parliamo di “Ghjà Bistrot”, attraverso la lettera inviata alla nostra redazione dalla mamma del titolare.
“Sono Enza De Venuto mamma del giovane chef Salvatore De Leo.
Sono qui a scrivervi perché non ho più forza nè di piangere, nè di gridare. Circa un anno e mezzo fa ho accontentato mio figlio ad aprire nel centro storico il suo Bistrot, anche se l’idea di aprire lì non mi convinceva affatto, ma presa dalla gioia e la volontà di mio figlio ho acconsentito! Oggi a differenza di quel giorno posso dire che la mia valutazione era esatta! Ci ritroviamo in un centro storico dove non c’è più vita! Non c’è passeggio e quelle poche attività rimaste sono lasciate a se stesse. Nel periodo della famosa quarantena ci siamo detti nelle varie interviste “cerchiamo di far vivere il nostro paese, diamo la possibilità ai nostri locali di vivere” e invece cosa è successo??? Che puntualmente, come l’usanza vuole del ruvese, si va fuori! Ma è possibile tutto questo? Come possiamo vivere, affrontare un domani in un paese dove non c’è nulla!! Tutto è morto! Nessuno che fa nulla affinché queste attività possano restare aperte! Sono le 23:32 e Ruvo e vivo solo di ragazzini che girano con bottiglie in mano! Mio Dio dove finiremo”.
Il pianto rende!!!!
Capisco lo sfogo delle Signora.
….il Borgamastro e la Sua coorte (che l’ho detto in altre occasioni, anch’io ho votato), si beano solo per un inutile parco, in un paese di parchi (Pineta, Levi, Mennea, Summo).
Dare vita alle attività del centro storico, rendere il paese più pulito (erbacce a ridosso di tutti i marciapiedi), dargli decoro (ad esempio con un manto stradale decente), rivedere la viabilità (la logica di alcuni sensi unici che ti riportano al punto di partenza), dare un taglio alle tasse (differenziamo, ma poi chi ne beneficia), ecc. ecc., saranno, vedrete, solo slogan futuri da campagna elettorale.
Come si diceva a Totò nel famoso “vota Antonio” prima del comizio: “tu prometti prometti, tanto i fessacchiotti……”