IL GIORNO DEL SILENZIO, INTERROTTO SOLO DALLA MUSICA
Quante volte siamo tornati su quel maledetto binario. Quante volte abbiamo pensato a quelle 23 storie intrecciate tra loro, stroncate da un errore umano. Abbiamo provato a darci delle risposte a spiegare alcune cose, ma non ci siamo mai riusciti. Ci siamo ritrovati nel labirinto di un unico grande interrogativo: “Perchè?”.
Un simbolo della nostra regione, un punto di riferimento, un compagno di avventura per tutti divenuto oggetto misterioso di morte.
Siamo tornati più e più volte tra i campi di ulivo con il sole che picchia, le lamiere sparse ovunque, l’inferno materializzatosi. Un maledetto binario unico dove due treni si scontrano a folle velocità e il destino è segnato per 23 angeli innocenti.
Lì su quel treno un ragazzo di quindici anni, volenteroso di chiudere i conti con la scuola per poi dedicarsi all’estate che a quell’età significa accumulare esperienza. Dalla musica ai lavori con il papà, al mare.
Da lui abbiamo imparato lezioni incredibili di come è giusto amare la vita al di là di ogni cosa. Antonio e la sua tromba, Antonio e gli studi, Antonio e gli amici, Antonio e noi.
E’ il giorno del silenzio, perchè partendo da Ruvo, ogni famiglia ha pianto le sue vittime con grande umiltà e nel profondo mutismo. Nessuna spettacolarizzazione del dolore, se non qualche alzata di voce dovuta dinnanzi all’immobilismo delle istituzioni.
Il profondo silenzio di Nicola e Gina, la loro grande forza è un esempio da coltivare. Avvolti nel dolore, con una ferita che mai si cicatrizzerà, eppure con grande umiltà hanno vissuto con il dolore e dato una forza incredibile a tutti, a cominciare dal piccoletto della famiglia.
Le loro lacrime ad innaffiare i campi dove sono stati piantati gli alberi che rappresentano la vita, quella di Antonio, spezzata, vero, ma incredibilmente rafforzata attorno a noi.
E allora, silenzio, in questo giorno di profondo dolore. Che sia solo la musica di un grande sognatore a spezzare questo dolore che ci avvolge.