IL CORTEO PROCESSIONALE DEI SS MISTERI DEI GIORNI NOSTRI
La Processione dei SS Misteri è la più antica tra i cortei processionali del nostro paese e, forse proprio per questa ragione, quella che ha subito nel corso degli anni diversi cambiamenti.
I simulacri di pregevole fattura portati in processione per le vie della città sono attualmente nove.
Un momento molto sentito dalla popolazione ruvese, specie a seguito del conflitto mondiale, è sempre stato quello del trasferimento del simulacro di Gesù Morto presso la Cattedrale, lì dove veniva posto ai piedi dell’Addolorata per le tre ore di agonia.
Al termine della funzione dell’Adorazione della Croce, il simulacro stesso veniva, poi, portato in spalla presso la chiesa del Carmine per prendere parte al corteo processionale. Tuttavia, ormai da qualche anno, detta ritrovata tradizione è stata eliminata dal
Venerdì Santo ruvese.
Conclusesi le funzioni celebrate presso le diverse parrocchie, circa cinquecento portatori e confratelli si recano presso la Chiesa del Carmine per dare il via alla processione dei SS Misteri.
Ad aprire il corteo processionale è il gonfalone della Confraternita, preceduto dalla grancassa e dal tamburo.
Seguono le devote e le associate, anticipate dallo stendardo, che portano sul petto uno scapolare con l’effige di Gesù portacroce e sul capo un fazzoletto di pizzo nero. Di seguito, le consorelle e i confratelli.
La Croce confraternale anticipa il passaggio di questi ultimi, vestiti con camice bianco, laccio rosso e mozzetta rossa con muno scapolare a sobbalzo.
Diversamente dai confratelli degli altri sodalizi, essi non indossano la “buffa”.
Il primo simulacro portato il processione è quello di Gesù nell’Orto degli Ulivi, seguito dalla statua Ecce Homo e Gesù alla Colonna. Le tre opere sono state realizzate, nel 1673, dallo scultore altamurano Filippo Altieri.
A queste, segue il simulacro di Gesù al Calvario o Gesù portacroce, anch’essa scolpita da Altieri, che rappresenta, senza dubbio, la statua più venerata dal popolo ruvese. Il tronco di ciliegio portato a spalla dal Cristo è seguito da una folla composta di uomini e donne scalzi raccolti in silente preghiera.Al termine del corteo processionale, prima di giungere alla Chiesa del Carmine, è di tradizione che i portatori, giunti innanzi alla Chiesa del Purgatorio, fermino il loro passo e rivolgano la stata di Gesù al Calvario verso quella di Maria Santissima della Pietà, in segno di “gratitudine” del Cristo nei confronti della “mamma”. Esso rappresenta un momento molto atteso dai ruvesi che seguono le manovre dei portatori con grande commozione.
Il Cristo portacroce, a sua volta, è seguito dalla Veronica, statua di scuola napoletana, riportata in processione solo nel 2018.
A seguire, il Crocifisso del 2012, opera degli artigiani di Ortisei, simile a quello custodito in Cattedrale, e che, di fatto, ha sostituito quello in cartapesta
deterioratosi nel corso del tempo.
La statua più rappresentativa della Settimana Santa è quella di Gesù Morto, realizzata nel 1703 dallo scultore Nicola Antonio Brudaglio. Ai quattro angoli del Simulacro, a reggere i forcelli che servono per sorreggere la statua nei momenti di sosta, vi sono quattro confratelli rappresentati delle altrettante Confraternite ruvesi.Un momento particolare è, senz’altro, quello dell’inserimento nel corteo processionale della statua di Gesù Morto. Ed infatti, ad attendere il passaggio dalla Chiesa del Carmine del figlio esamine, vi è la statua della Madonna Addolorata, adornata con abiti di pizzo nero e mani giunte, opera di scuola napoletana del XVIII secolo.
Il nono ed ultimo simulacro è il “Tempietto” dove è posta la teca in argento contenente una scheggia della Croce di Gesù.
Alla processione, dato il numero di statue e la lunghezza del corteo, prendono parte più complessi bandistici che, con le marce funebri, donano ancora più solennità al Venerdì Santo ruvese.
Oltre all’amministrazione dell’Arciconfraternita, composta dal Priore e da due Componenti che seguono i simulacri, alla processione del SS Misteri prende parte anche il Sindaco di Ruvo, in rappresentanza della Città.
Prima del rientro nella Chiesa del Carmine, in tarda serata, i simulacri vengono predisposti in Largo Cattedrale per la benedizione conclusiva da parte del Rettore.
Michele Pellicani