Il Centro Polifunzionale per Migranti è un centro per tutti: questo è lo spirito di “L.I.N.E.A. COMUNE”
Il Centro Polifunzionale per Migranti, a Ruvo di Puglia, è la casa di tutti, è il centro che aspira a realizzare un melting pot e un’armonia di culture differenti.
Non è retorica ma è l’obiettivo che “L.I.N.E.A. COMUNE – Luoghi di Integrazione Nonviolenza Espressione Ascolto”, il progetto presentato ieri, presso il Centro di via Romanello 12, intende realizzare.
Il progetto è affidato, in collaborazione col Comune di Ruvo di Puglia, a “Etnie Onlus”, l’associazione di promozione sociale, la quale, insieme ad altre associazioni in rete, tra cui anche la Caritas Diocesana, l’Azione Cattolica, l’associazione “Tra il dire e il fare”, gestirà, sino al 2021, il Centro dove promozione del dialogo e intercultura saranno il filo rosso di tutte le attività che vi si svolgeranno.
«Il Centro sarà aperto a tutti, non sarà rivolto solo ai migranti, perché, proprio in nome dell’accoglienza, è importante promuovere l’integrazione attraverso l’incontro tra differenti culture. Tutti sono i benvenuti, non esistono categorie» ha sottolineato Monica Montaruli, assessora alle Politiche Sociali.
Le fa eco Monica Filograno, assessora alla Cultura: «Io aggiungo solo che gli spazi saranno gestiti con logiche innovative e daremo vita a una programmazione di attività tali da contribuire ad ampliare gli orizzonti di ognuno di noi».
A Ibrahim Elsheikh e ad Angela Martiradonna, entrambi referenti di “Etnie onlus”, spetta il compito di presentare il progetto che si innesta lungo tre direttive: promozione della cultura del lavoro, promozione di attività di cittadinanza attiva, promozione della cultura della “non violenza”.
Nel Centro, un focal point locale per l’integrazione dei migranti, si svolgeranno, infatti, attività di formazione rivolte anche e soprattutto ai datori di lavoro, affinché siano consci che la ricchezza delle risorse umane non passa dallo sfruttamento. Saranno attivati corsi di educazione alla convivenza armoniosa la quale, soltanto diffondendo la cultura della “non violenza”, può trovare compimento. Seminari di geopolitica, focus sui diritti civili saranno gli strumenti per comprendere i meccanismi alla base dei flussi migratori e per infondere l’idea che l’accoglienza non implica il disconoscimento dei diritti di alcuni a favore di altri, come vorrebbe certa retorica populista.
«Siamo sognatori con i piedi per terra» ribadisce Elsheikh, conscio che sarà una sfida interessante e impegnativa.
“Etnie Onlus” è, infatti, un’associazione dalla consolidata esperienza nelle politiche relative alla migrazione. Angela Martiradonna, per esempio, è redattrice regionale del Dossier statistico Immigrazione per la Caritas Migrantes.
L’associazione è stata ammessa, tra l’altro, alla fase di co-progettazione, con il Comune di Ruvo di Puglia, di interventi innovativi e sperimentali rivolti ai minori stranieri non accompagnati, in partnership con Coop. Soc. C.S.I.S.E. Onlus di Bari; Sinergia Soc. Coop Soc. di Bitonto; Terre Solidali Impresa Sociale s.r.l. di Trani.
Certamente un sognatore coi piedi per terra è Domenico Lucano, il sindaco di Riace, “Premio Dresda per la Pace” e annoverato da “Fortune” tra i cinquanta uomini più influenti del mondo, per aver fatto dell’inclusione, dell’accoglienza l’anima di una città. Un sindaco coraggioso che ha restituito la vita a un paesino calabrese depauperato dalle forze giovani, ha restituito il sorriso a Cosimo, un uomo dal forte ritardo cognitivo e unico abitante di Camini, a pochi chilometri da Riace, che giunge nella città dei Bronzi ogni giorno per partecipare della Vita espressa dai bimbi che giocano, dalle donne che cucinano fragranti pietanze esotiche, dai colori, da tante lingue diverse. Bellissime esperienze illustrate dalla professoressa Daniela Maggiulli nel suo intervento “Riace, l’immigrazione come risorsa” e attraverso il suo blog “Il villaggio globale”. Maggiulli ha portato, dalla città calabra, coloratissimi oggetti e arredi in fibra di ginestra, realizzati dalle donne migranti di Riace, abilissime artigiane.
Contrariamente a quanto si pensa, nelle città dove si è attivata l’inclusione sociale e lavorativa dei migranti, la convivenza civile è migliorata e si sono generati flussi di ricchezza. Questo nel rispetto della legge.
L’incontro si è aperto e concluso con “Tarjuman”, a cura dell’Associazione Bembé, progetto musicale dei Maestri Vincenzo Cantatore (tabla, cajon, percussioni), Francesco Leoce (basso elettrico, basso fretless) e Gaio Ariani (mandolino, liuto cantabile, chitarra fretless), che, immersi in un caleidoscopio di colori, hanno fuso i ritmi ancestrali dell’Alta Murgia con quelli sensuali del Medio Oriente.
Il Centro per Migranti, riqualificato grazie a un consistente finanziamento PON Sicurezza per lo Sviluppo 2007-2013, fu inaugurato il 31 marzo 2016. Dispone di un’area esterna di circa 630 mq e di circa 640 mq interni, disposti su due piani e suddivisi in undici stanze, oltre disimpegni e servizi. Tra le stanze, ci sono una sala lettura, una sala convegni attrezzata per la proiezione degli audiovisivi, un’aula informatica, una cucina destinata a laboratori e uno spazio dedicato al culto.
Attualmente, in alcune stanze studiano gli alunni del II Circolo Didattico “Giovanni Bovio” in attesa della restituzione del plesso di Largo Di Vagno, sottoposto a lavori di ristrutturazione.
«Le attività del Centro non interferiranno in alcun modo con la prosecuzione degli studi dei ragazzini» assicura Elsheikh.