IL 3 E 4 GENNAIO PREVISTA UN’ONDATA DI FREDDO E NEVE
Due ondate di freddo ravvicinate renderanno duramente invernale l’inizio dell’anno. Lo conferma il meteorologo Francesco Paolo Barile che descrive bene quello che sta per accadere.
Si parte il 30 e 31 dicembre: “Nella mia scala di intensità – spiega – l’ho classificata come moderata.
Il tempo peggiorerà a partire dalle ore centrali o al più dal pomeriggio di domani (30 dic) con prime piogge o rovesci entro sera. Lunedì 31 entra un nucleo più freddo e instabile in quota associato a fenomeni sparsi, localmente a carattere di rovescio o temporale. Le nevicate con accumuli dovrebbero interessare i rilievi al di sopra dei 500-700 metri; più in basso potremmo assistere a eventuale caduta di gragnola o di neve tonda nei rovesci più intensi. I fenomeni andranno attenuandosi o divenendo più sporadici dalla sera del 31 e nella giornata del 1 gennaio, permarranno invece forti venti di tramontana. Lungo le coste, le pianure e le colline del primo entroterra freddo ma non gelo (minime, rispettivamente da 6 a 2°C)“.
Dura la seconda irruzione: “Sebbene su questo secondo impulso ci siano ancora incertezze prognostiche sulle dinamiche che porteranno la saccatura ad affondare la sua lama (profondità e asse saranno ostacolate da una strenua resistenza dell’anticiclone oceanico sulla mittel Europa), possiamo affermare con buona approssimazione che in termini di freddo si presenterà più intensa.
L’impulso parte difatti da latitudini artiche (nord Groenlandia e Mar di Groenlandia) e muoverà sulle nostre zone una massa d’aria con isoterme a 1500 metri di quota inferiori di circa 4/6°C rispetto alla prima (magnitudo “forte”) con zero termico che potrebbe spingersi sino alla costa (molto dipenderà anche dalla direzione/forza del vento e dalle precipitazioni, parametri non ancora analizzabili per le ragioni legate all’incertezza di cui sopra).
Gli scenari più pessimisti (non ancora solidamente supportati dalla modellistica numerica probabilistica) propongono 3-4 giorni di neve (non chiedetemi gli accumuli, non ora) e gelo.
Gli effetti (nevicate e gelo) alle quote basse o di pianura/costa sono pertanto ancora suscettibili di variazioni significative”
Normalità invernale? “Le situazioni che andremo a vivere rientrano nelle normali dinamiche invernali, innescate dalla persistenza dell’anticiclone oceanico sull’Europa occidentale e (come prognosticato alcuni giorni fa) dalla sua ulteriore espansione verso latitudini molto settentrionali (Islanda e sud Groenlandia).
Nulla avrà a che fare il minimo solare in atto (assenza di macchie solari nel fisiologico ciclo undecennale del sole), nè tantomeno il forte riscaldamento della stratosfera (stratwarming) che al momento non pare poter influenzare le quote troposferiche (la porzione di atmosfera che ci riguarda e da dove scaturiscono i fenomeni atmosferici)“.