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I dieci operatori licenziati della Casa di Riposo: “Riaprire il prima possibile il plesso ‘Maddalena Spada'”

«Sarebbe stato bello se il Presepe di Benino fosse stato visitato dagli anziani ospiti della Casa di Riposo. Si sarebbero di certo trattenuti lì, legati ai loro ricordi, avrebbero pregato. Ma questo non è stato possibile perché la “Maddalena Spada”, nonostante fosse stato garantito il giorno dell’inaugurazione, a marzo scorso, che sarebbe stata aperta e, quindi operativa, da settembre, è ancora chiusa».

Così Daniela Pellicani e altri operatori socio sanitari, ex dipendenti della Ruvo Servizi Srl, dopo l’incontro motu proprio con il sindaco Pasquale Chieco, nel suo ufficio di Palazzo Avitaja, la mattina del 30 dicembre scorso.

Al primo cittadino hanno chiesto di poter lavorare nella struttura per la quale, entro il 31 marzo 2017, si deve trovare un gestore onde evitare che vada perduto il finanziamento erogato per la ristrutturazione della stessa. Il Comune spese un importo complessivo di 2.000.000 euro per metà finanziati dall’ambito socio- sanitario con fondi regionali, che tornerebbero al mittente.

Con una nota del 7 luglio 2015, l’ Ufficio Area Politiche della Salute della Regione Puglia intimò al Comune di Ruvo di Puglia, a causa di gravi problemi di agibilità dei locali dell’ex Ospedale, lo sgombero e la chiusura della Casa di Riposo Comunale. Se non avesse ottemperato nei tempi stabiliti, il Comune avrebbe dovuto risarcire la ASL per la perdita del finanziamento che le era stato concesso per intraprendere i lavori.

Preoccupazione immediata del Comune fu quella di trovare un’idonea collocazione dei dodici ospiti della Casa di riposo e di salvaguardare l’occupazione degli operatori addetti alle loro cure.

Infatti il 30 luglio 2015 il Sindaco convocò sindacati e lavoratori della Ruvo Servizi Srl (di cui il Comune di Ruvo di Puglia è unico azionista) per illustrare la questione e per trovare una soluzione soddisfacente per tutti.

Ma alcuni lavoratori della Ruvo Servizi Srl, rappresentati dall’Avv. Salvatore Bonadies, chiesero alla Regione Puglia di prorogare la riconsegna dell’area dell’ex ospedale fino a quando non fossero terminati i lavori di ristrutturazione della Casa di Riposo, e cioè sino alla fine del 2015), pena il rischio di licenziamento dal momento che non avrebbero goduto  della Cassa integrazione e di altri ammortizzatori sociali essendo la Ruvo Servizi Srl una società in-house. Senza contare il fatto che la società avrebbe avuto un bilancio in passivo e quindi avrebbe corso il rischio di chiudere, lasciando a casa quaranta dipendenti.

Ma il Comune attivò la procedura di licenziamento collettivo il 6 agosto 2015, sollevando le naturali proteste dei lavoratori.

Intanto, a metà gennaio è stata fissata una riunione ulteriore con l’Amministrazione, i rappresentanti sindacali e i lavoratori,  per discutere in modo approfondito della questione.

«Vedremo cosa accadrà a gennaio. Non possiamo più permettere di attendere e di far attendere gli anziani» hanno soggiunto gli operatori.

La missione, stavolta, pare proibitiva: saranno riassunti?

 

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