I 60 ANNI DI “TUTTO IL CALCIO”, UN RITO COLLETTIVO VISSUTO ANCHE SULLE GRADINATE DEL “COMUNALE”
“Tutto il calcio minuto per minuto” rimanda a un fascino del calcio quasi d’antiquariato, a una fetta di storia del pallone fatta di radioline a transistor, tascabile, con l’antenna telescopica, la vera, unica amante, ogni tanto traditrice pure essa, con le batterie scariche o l’onda media che se ne andava. Il tabellone verde e giallo del Totocalcio, appeso nel bar, i risultati modificati a mano, tramite rotella apposta nel retro, del tabellone non del locale uso bar, la voce di Sandro Ciotti detto catarro armato oppure orgoglio e pregiudizio, Enrico Ameri diceva, un decimo di secondo prima che la palla superasse la linea bianca di porta, «RETE!» mai «gol».
Era, il suo come quello di Ciotti, di Foglianese, Boscione, Luzzi, Carbone, Provenzali, era, dunque, un annuncio, non uno strillo invasato, era il dato di informazione e non la dichiarazione di guerra. Il popolo oceanico dei tifosi trovò un nuovo compagno di viaggio. Le voci della domenica pomeriggio andarono a riempire il sogno. Un sussulto, un fremito, non era soltanto amore, era il gol. Fino alle tre e un quarto poteva essere accaduto di tutto, chissà, forse, speriamo, preghiamo. Poi, eccoli, erano loro, Bortoluzzi smazzava. «Ecco i campi collegati… Sentiamo i primi tempi… Ameri?». «Al Bentegodi, Verona tre Cagliari zero», a te Ciotti: «Grazie Ameri, al Mompiano di Brescia, Brescia uno Atalanta zero a te Foglianese». «Qui al Partenio di Avellino, Avellino zero Juventus zero».
Con la schedina del totocalcio tra le mani, uno-ics-due, a calciare l’aria, un pallone immaginario, disegnando lo stacco, la torsione e il colpo di testa, la rovesciata, il dribbling, l’urlo della folla anticipava la voce arrochita di Ciotti: “Scusa Ameri, scusa Ameri”!
Le radioline accompagnano i pomeriggi dei ruvesi. Il rito si ripete all’intervallo quando l’altoparlante dello Stadio Comunale diffonde i risultati del primo parziale: silenzio assoluto sugli spalti e cori di sfottò per lo svantaggio della squadra altrui.
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E’ un rito collettivo che si ripete in maniera abitudinaria. Una costante in una panorama che vede il Comunale svuotarsi appena la radiolina smetterà di avere il suo fascino trasversale. Quando le pay-tv si sostituiranno perentoriamente alla radio, le giornate di campionato si frammenteranno, il calcio locale ne risente clamorosamente.
Bastava una radiolina per scaldare le gradinate, far fremere i tifosi innamorati del Ruvo e della propria squadra del cuore.
(Tratto da “Il Calcio a Ruvo” di Paolo Pinto, edito Ass. Culturale e Sociale “Ruvo 2.0 – Ing. Salvatore Barile”)