“HORIZONS” DI LEONARDO DI GIOIA, LA RECENSIONE DI MARCO RAMPINO
Il giornalista musicale Marco Rampino ha recensito il concerto “Horizons” dello scorso 19 maggio di Leonardo Di Gioia.
Sono sempre le cose non programmate che danno emozioni e soddisfazioni migliori: un’uscita improvvisa dove si incontrano amici di vecchia data, una cenetta in un ristorante di un piccolo paesino dove scopri sapori pensati inesistenti, una visita guidata in una chiesa all’apparenza comune che si dimostra assai piena di fascino e di storia di altri tempi…
È così che domenica scorsa, durante una visita in Ruvo di Puglia, nell’entroterra barese, accompagnato dall’odore dei tigli secolari che incorniciavano una rassegna ben organizzata di degustazioni di ottimi vini ed esposizioni florovivaistiche, una leggera emicrania mi costringe a cercare relax e tranquillità nella chiesa madre del paese, dove di lì a poco ci sarebbe stato un concerto in duo, vistosamente molto atteso dal pubblico incuriosito.
Dopo un’ottima presentazione del progetto discografico da parte del presidente dell’associazione “Amici della Musica”, qualche cenno sugli importanti traguardi (alcuni anche di rilievo mondiale) artistici di Leonardo Di Gioia, fisarmonicista e leader del disco Horizons, ed Enzo Bacco al sax soprano, due parole da parte del parroco della chiesa, dove anticipa la dedica del concerto da parte di Leonardo al suo caro zio (musicista e persona assai influente nel paese e deceduto il giorno precedente), inizia il concerto.
Una sorta di viaggio musicale attraverso territori che vanno dalle terre mediterranee fino all’America latina, un alternarsi di stili e linguaggi etnici, misti al jazz, al free ed alla sperimentazione, si mescolano ad idee armoniche e melodiche, sorrette da ritmi ben definiti e variopinti che confluiscono in un risultato assai sorprendente e ben “digeribile” anche all’orecchio del meno esperto. Ai brani originali come “Horizons” (suggestivo, poetico e quasi mistico) e “We are Ready!!!” (saltarello molto brioso, divertente e coinvolgente), si alternano reinterpretazioni di “Last Tango in Paris”, “La Fiesta”, “Bebe” e “St. Thomas”, tutte accomunate da una personale chiave di lettura e da una forte conoscenza del linguaggio improvvisativo. L’omaggio allo zio scomparso con “Senza fine” di Paoli, è di una melodiosità e tenerezza avvolgente, quasi una danza e ninna nanna colma di speranza; particolarmente apprezzato è il samba di Milton Nascimento, “Vera Cruz”, dove i due strumentisti si divertono con sonorità e fraseggi funamboleschi e sfoggiano una tecnica e una padronanza dei loro strumenti molto apprezzata dal gremito pubblico che, con un fragoroso applauso, si dimostra attento, concentrato e immerso in una sonorità che trasmette sogni e storie e spiega il perché della nomea di “Ruvo di Puglia: città d’arte e della musica”.
Un binomio perfetto e collaudatissimo quello di Leonardo Di Gioia con Enzo Bacco, che conferma ancora una volta come la fisarmonica e il sax sono compatibili e versatili in qualunque contesto musicale; un affiatamento e un feeling alla pari delle migliori simili coppie sulla scena musicale mondiale come Richard Galliano e Michel Portal, Simone Zanchini e Mario Marzi, Vincent Peirani ed Emile Parisien, o Luciano Biondini e Javier Girotto. La scelta del repertorio è intrigante, affascinante e logica; una nota di merito al senso ritmico/armonico della fisarmonica, pilastro portante e appoggio sicuro alle argomentazioni decise e potenti del sax.
Non poteva mancare la richiesta di un bis per il duo che offre una versione particolarmente ispirata del brano più famoso di Astor Piazzolla, “Libertango”, piena di energia e complicità, fatta di sguardi e accenni fisici, ed enfatizzata da un utilizzo del mantice del fisarmonicista, in modo impeccabile e virtuosistico, tanto da meritarsi una standing ovation.
Pura professionalità e spiccata eccellenza come pochi, maestri nei loro rispettivi strumenti con il loro stile personalissimo e di grande fascino; tutto emotivamente suggestivo e conseguente richiesta di replica unanime per rassegne future, da parte di un pubblico euforico ed emozionato. Consigliatissimi per festival concertistici in location di gran rilievo.
Una sorpresa più che gradita quindi: la conferma di come la Puglia, è terra di talenti e arte, e da ben 76 anni, personalmente, non mi stanco mai di scoprire. E come torno sempre a dire, le cose non programmate, danno emozioni e soddisfazioni migliori. Come l’ascolto di Horizons…
Marco Rampino – Giornalista musicale
Foto Biagio Stragapede