Halloween: ancora una volta Ruvo di Puglia fa i conti con l'inciviltà

Chi ritiene che Halloween sia una festa da vivere degnamente, imbrattando luoghi di culto con scritte inneggianti a Satana, ferendo o uccidendo gatti neri, devastando le vie della nostra città o qualsiasi altro luogo, commette un errore perché tradisce il senso di questa festa pagana, che celebrava, nel passaggio da ottobre a novembre, mesi molto importanti per l’agricoltura, il sonno della Natura che sarebbe terminato in primavera, con la rinascita, con la Vita. La Terra, ora, custodisce i semi che germoglieranno in primavera, dando i loro frutti.

Un significato che dovrebbe essere molto caro ai ruvesi, che hanno una forte vocazione agreste e, soprattutto, a quei ruvesi che vivono questa festa dando sfogo a frustrazioni e rabbia attraverso atti di inciviltà che offendono la collettività.

Dopo l’imbrattamento della Cattedrale qualche anno fa, è toccato a una piccola edicola in un quartiere di Ruvo di Puglia. Le foto di un’utente, postate su Facebook, sono eloquenti come eloquenti sono le parole che le accompagnano e che interpretano il comune sentire della maggior parte delle persone.

“I CRETINI della notte di Halloween anche quest’anno si son fatti venire il prurito alle mani. Questa è una festa che non ci appartiene, non solo per una questione di cultura, ma perché in noi è insita la stupidità. Non ci appartiene perché non siamo capaci di festeggiare questa ricorrenza, perché in quest’occasione siamo solo capaci di far emergere la nostra inciviltà. AI CRETINI vorrei dire che non avete messo in evidenza, solo tutta la vostra stupidità, ma avete oltraggiato un posto molto caro agli abitanti di questo quartiere, e molto caro anche ad un certo Don Tonino Bello. Tutto questo non è colpa dell’amministrazione, né dei gatti (accusati di depredare i sacchetti d’immondizia, esposti dal mattino), né di tante altre scusanti, dovremmo cominciare a dirci la verità, cioè che non siamo in grado di educare i nostri figli e noi stessi”.