Attualità

GIULIA, MAMMA CORAGGIO: “NE USCIREMO MIGLIORI”

Una Pasqua speciale, forse autentica. Il tempo sospeso ha condotto tutti ai piedi della croce. Ma si risorge e per farlo c’è bisogno di grande sacrificio, immane. C’è chi mette a repentaglio la propria vita per salvare quella degli altri. Angeli o Eroi, campioni della vita.

La storia di Giulia merita di essere raccontata e condivisa con voi lettori nel giorno di Pasqua per comprendere cosa accade ai tempi del Covid-19 e perché bisogna continuare a essere responsabili di sé stessi. Il sacrificio di una mamma costretta tutti i giorni a combattere sul fronte, in un ambiente di lavoro divenuto sempre più famiglia.

Lavora al Policlinico di Bari, in terapia intensiva, dove la sua esperienza di vita l’ha da sempre condotta al mistero della vita. Giulia ha deciso di fare un grande sacrificio e allontanarsi dal suo nucleo familiare, per proteggere il suo nucleo familiare. Ma si impazzisce, perché se anche i tuoi affetti si riducono a una chiamata via smartphone l’animo umano fa fatica a reagire al meglio. La mamma non la vede un mese e mezzo: serve protezione laddove protezione manca ed è la triste storia delle prime settimane di pandemia in Puglia: “Adesso la situazione sembra più tranquilla. Ormai ci siamo abituati a tutto e dobbiamo ringraziare i privati per le innumerevoli donazioni che ti fanno sentire realmente orgogliosa”, ci racconta.

“Stando in terapia intensiva – afferma Giulia – non hai la percezione del fatto che i contagi aumentino o meno. Te ne accorgi solo dalle chiamate di pronto soccorso”.

Poi le sue parole durissime ci portano a contatto con il mostro: “E’ indescrivibile quello che sta accadendo e le conseguenze che comporta questo virus. Lavoro da vent’anni e mai avevo visto una cosa del genere. Noi che siamo coinvolte in prima linea soffriamo a livello umano e psicologico”.

Qui al Sud non si ha bene la percezione di quello che sta accadendo: “E’ dura a livello psicologico. I miei figli hanno imparato ad attendere che io mi faccia la doccia prima di abbracciarmi. E’ davvero dura: li vedo sofferenti, ma hanno capito e questa cosa mi fa stare male davvero. Vedo i loro occhi quando torna a casa con i segni della mascherina. Si rientra distrutti soprattutto quando le cose non vanno bene”.

Una trincea da cui non si riesce a vedere la luce: “Non so psicologicamente quanto riusciremo a reggere. Si comincia a sentire la fatica, specie di notte perché i turni sono più lunghi. Si esce come larve e fai fatica a riattivarti. Sono convogliati da noi  medici e infermieri che spesso non hanno la formazione adeguata. Sono stati molto coraggiosi ad accettare e li stiamo aiutando. E’ bello sentirsi uniti. Questa solidarietà tra colleghi è perfetta nei momenti di crisi. Serve la squadra e il supporto dei colleghi vitale.”. Ecco qualcosa di positivo della pandemia: “Siamo una grande squadra e questo è un aspetto straordinario: abbiamo abbattuto ogni diffidenza e siamo tutti coesi per cercare di vincere questa battaglia”.

Poi il racconto del rapporto con i malati: “Finchè sono intubati non hai neanche la possibilità di leggere nei loro occhi. Quando non sono intubati vivi bellissime esperienze perché  hanno la possibilità di videochiamate. Sono tutti molto spaventati e vedi il loro terrore negli occhi. Ai tempi del Covid-19 devi lavorare molto sul supporto affettivo”.

Che Giulia verrà fuori da questa pandemia? “Una persona migliore sicuramente. La negatività del momento farà bene a tutti, ne sono convinta e me lo auguro. Questo evento tragico tirerà fuori la parte migliore di tutto. Sarò una persona che darà valore ancor di più a tutto e che ha riscoperto quali sono le cose essenziali di vita. All’interno della mia famiglia rivaluto ogni cosa, anche quelle scontate e insignificanti. Eviti le discussioni per futili motivi. Dal punto di vista psicologico da questa esperienza ne verrò fuori e mi segnerà molto”.

“Rispettate le regole”: una preghiera col cuore!

A Giulia a nome di tutti e per tutti il nostro grazie.

 

 

 

Un pensiero su “GIULIA, MAMMA CORAGGIO: “NE USCIREMO MIGLIORI”

  • Amico di ruvesi

    Vi assicuro che non è la sola ruvese in una situazione simile.
    Con l’aggiunta che l’altra dottoressa avrebbe dovuto sposarsi a maggio ed è tutto “saltato”

    Rispondi

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