GIOVANNI BUCCI COMMENTA IL “NO” DI RUVO E TERLIZZI ALL’IMPIANTO DI SORGENIA BIO POWER SRL
“La questione è sempre la stessa: la politica si gonfia il petto quando deve comunicare gli incrementi della percentuale di raccolta differenziata salvo poi nicchiare o, addirittura, opporsi a soluzioni ad alta capacità tecnologica e fortemente sostenibili, che sono in grado di chiudere concretamente il ciclo dei rifiuti in una delle regioni in cui si paga la seconda Tari più alta d’Italia”.
È quanto afferma Giovanni Bucci, Presidente di Oliveti Terra di Bari, la più importante organizzazione di produttori olivicoli d’Italia commentando le posizioni delle amministrazioni civiche dei Comuni di Terlizzi e di Ruvo in merito al rilascio dell’Autorizzazione Unica Ambientale per la realizzazione e all’esercizio in agro del Comune di Terlizzi da parte di Sorgenia Bio Power srl dell’impianto di digestione anaerobica per la produzione di gas naturale liquefatto di origine biologica alimentato esclusivamente da sottoprodotti di origine agricola di filiera corta.
“Parliamo – continua Bucci – di soluzioni adottate in tutto il mondo, talmente sicure e funzionali da rientrare, per tecnologia, tra i progetti finanziabili con risorse del PNRR. Inoltre, nell’iter procedurale, sull’impianto in questione non sono state fatte rilevazioni di tipo ambientale dagli enti di competenza. Dunque, ci fa specie che in tutto il mondo l’impegno sia rivolto all’approdo a una economia circolare con cui si trasforma lo scarto di filiera in energia e qui invece ci sia questa resistenza campanilistica a nostro avviso immotivata. Vogliamo continuare a assistere a viaggi incredibili dei rifiuti verso impianti di trattamento pensando che qualcuno magicamente poi li possa far sparire?”
“La crisi energetica di questi mesi ci dovrebbe insegnare che la “politica del NO” ha dei costi altissimi perché fa accumulare ritardi su ritardi e mette in affanno il Paese costringendolo a soluzioni emergenziali. Questo NO sembrerebbe un NO a un progetto innovativo di economia circolare, un NO nei confronti di tutti i produttori olivicoli che fa il paio con i NO ai piani anti Xylella che ha ammazzato il patrimonio olivicolo pugliese, un NO che rappresenta drammaticamente una politica forte con i dati della raccolta e debole dinanzi alle soluzioni reali di cambiamento”.