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GIOSTRINE DANNEGGIATE. IL SINDACO: “FATTORE CULTURALE”. VITO DI VITTORIO: “TORNIAMO A FARE OOOH”

Sui social l’attenzione verso i più piccoli si è fatta importante quando si è scoperto che in varie zone della città di far divertire i bambini non è proprio cosa. Giostrine danneggiate e poco sicure, con l’estate che divampa è davvero un peccato. Ma è giusto puntare il dito contro coloro i quali fanno di tutto per rendere Ruvo meno bella di quella che davvero è.

Il sindaco Pasquale Chieco ne fa un fattore culturale: “Un pomeriggio della scorsa settimana stavo attraversando Piazza Dante quando ho visto un bambino intento a tentare di distruggere una giostrina: ci si accaniva con tutte le sue forze mentre sua madre, a pochi metri di distanza, spingeva sull’altalena un altro bambino e lo guardava con rassegnazione, quasi stesse assistendo alla scena di un film, senza muovere un dito per fermarlo. Uno spettacolo assurdo: io l’ho rimproverato e poi mi sono rivolto alla donna. Perché lei gli consentiva di comportarsi così? Mi è sembrato un atteggiamento di resa incondizionata alla vivacità di un figlio che andrebbe invece educato al rispetto di un bene comune, utile innanzitutto a lui“!

“E sì, vorrei – spiega Vito Di Vittorio – che i nostri Piccoli continuassero a fare ‘Ooh! ‘, eppure ci siamo dati una identità quale città degli occhi sorpresi, come quelli dei bambini, ma poi non riusciamo a stare dietro le loro seppur piccole esigenze, come quella di avere uno spazio dove poter giocare in serenità. E allora chiedi a chi amministra la tua piccola città di darti una mano, spieghi che se una altalena è rotta, oppure uno scivolo non più praticabile non è certamente colpa di un bimbo, non ne avrebbe neppure la forza fisica per distruggere un gioco”

Chi ci rimette in questa storia? “Il Comune – dichiara il primo cittadino – spende importanti risorse pubbliche per i guasti causati da cittadini che abbandonano l’immondizia per strada o nelle campagne, per recuperare l’eternit smaltito in modo criminale da qualche incosciente. Abbiamo pubblicato le foto, abbiamo aumentato i controlli, stiamo continuando a sanzionare ma ancora incontriamo episodi di questo tipo. E solo un ingenuo potrebbe pensare che bastino i controlli e le denunce pubbliche per cambiare le cose. I vigili (ne abbiamo assunti 3 stabilmente e diversi a tempo determinato) sono ancora pochi e impegnati tutti i giorni in altre attività serie e delicate ed è impensabile distaccarne alcuni per proteggere esclusivamente i luoghi pubblici da noi stessi, cioè da bambini maleducati e da genitori passivi“.

L’amministrazione spende tanti soldi per sopperire alla mancanza di civiltà diffusa e chi ripara le giostrine? Tempi lunghi, la solita burocrazia: “Ma se rigiriamo le frittate, se accusiamo i grandi e puniamo i Piccoli, allora mi spiace, avremo tolto dalla bocca dei nostri figli quella frase di meraviglia che li induce a fare: ‘ooh!’; avremo solo detto loro: ‘NO’; e così non potranno mai immaginare di vedere un lupo nero dare un bacino ad un agnellino, avremo lasciato penzolare nel vuoto quella loro manina che li avrebbe aiutati ad essere veri Uomini. E tutto resterà uguale e noi saremo come quei cretini che non sanno più meravigliarsi. Sig. Sindaco torniamo a fare Ooh!. Punisca pure i cretini, ma lasci che i nostri Piccoli continuino a meravigliarsi guardandosi la bua per una caduta o dondolando su di un’altalena. E se decidesse di installare un gioco per quelli ancora più sfortunati, per i nostri Ragazzi diversamente abili, le giuro che anche io tornerò a fare Ooh, quando la incontrerò per strada”.

In attesa di notizie positive, il sindaco auspico uno scatto verso la civiltà: “La questione di fondo è allora culturale. A tutti chiedo uno scatto di civismo, di amore per gli altri, un impegno maggiore per il bene della città, chiedo di insegnare ai propri figli un sistema di valori sano, l’amore per la bellezza, per la nostra storia e per il nostro presente. Partecipazione è anche questo, non certo puntare il dito contro. Siate sindaci voi stessi, prendetevi un pezzo di responsabilità, proviamo a pensare in modo collettivo, plurale. Proviamo a riqualificarla questa città puntando sulle persone. Vi proporremo della azioni concrete che vanno in questa direzione e spero che ci sarete e in tanti. La città è nostra e ha bisogno di tutti noi“.

Che non ci rimettano i bambini, che tornino a giocare serenamente.

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