Ruvo Racconta. Giorgia: “la danza, una fiamma ardente e piena di passione”
La cultura, nel nostro paese, pervade ogni ambito e si esprime nelle eccellenze ruvesi come Giorgia Riccardi, protagonista della seconda puntata di Ruvo Racconta, rubrica dedicata all’arte. La ballerina ruvese classe ‘96, approdata oltreoceano per inseguire il suo sogno. Dopo il diploma, Giorgia, con la sua determinazione e il suo talento, ha studiato per circa tre anni presso “The Ailey School” di New York.
La sua vocazione è l’arte. Un fuoco che arde come il logo della sua nuova sfida: Movinflame, un progetto fiorito in un maggio di quarantena.
“È la nostra scelta per promuovere le vostre idee” – è questo il fine del nuovo percorso di Giorgia, che, con la sua mente brillante, non si ferma un attimo, ed è pronta sempre a reinventarsi.
Così si è raccontata.
–Quando hai deciso di dedicarti alla danza?
Sono nata e cresciuta con la danza, inventavo piccoli spettacoli per i miei parenti con gli abiti di nonna e zia. Di lì, mia mamma decise di iscrivermi ad una scuola di danza locale.
–La danza per te è solo passione o anche lavoro? Cos’è per te la danza?
Ballare per me é il connubio perfetto tra passione e lavoro. Spesso, penso a quale altro lavoro avrei potuto fare, ma non sono mai riuscita a darmi altre risposte. La danza é ossigeno per la mia mente, per il mio corpo. È libertà creativa. La danza é anche, a parer mio, l’arte per eccellenza in cui un semplice movimento può valere più di mille parole. Credo che sia il modo più diretto e crudo per parlare alla gente, alla tua audience.
–Quali sono stati i tuoi primi passi?
I miei primi passi sono stati dettati dallo studio costante e approfondito della tecnica classica e moderna, affiancandola all’hip hop, tap , jazz. I miei insegnanti hanno sempre puntato a farmi ricevere una formazione a 360°.
E poi si sa, nella danza bisogna saper fare tutto. Infatti, oggi, tutti i coreografi richiedono versatilità e questa la si matura sin dalla tenera età.
–Qual è il tuo genere preferito?
Non ho un genere preferito. Avendo studiato tutto, ho saputo apprezzare ogni stile. La mia preferenza varia a seconda dell’ispirazione e dei momenti della mia vita.
Ma la formazione professionale degli Stati Uniti mi ha avvicinato ancor di più al modern-contemporary.
–Quali artisti ti hanno ispirata?
Da ogni artista che stimo ho tratto sempre qualcosa, ce ne sono tantissimi per nominarne alcuni : Levi Marsman, Elena d’Amario, Juliano Nunes, Alexander Ekman etc.
–Stai partecipando ad eventi?
Sì, quest’ultima estate é stata inaspettatamente piena di eventi a cui ho partecipato. Non mi fermerei mai.
–Pensi che il tuo paese offra possibilità di lancio nel mondo dell’arte e della danza?
Assolutamente no. L’Italia non ha mai offerto su un piatto d’argento il lavoro dei tuoi sogni. Personalmente parlando, sto creando il futuro con le mie stesse mani, grazie alla mia creatività e voglia di fare.
–Cosa vorresti che si migliorasse?
La considerazione che l’Italia ha dell’Arte. Siamo il Primo paese al mondo ad avere più patrimoni dell’Unesco attorno a noi e non ci rendiamo conto che potremmo vivere d’arte, sfruttare ciò che abbiamo e valorizzarla al massimo. Come i monumenti, così anche i ballerini più talentosi al mondo che, ahimè, non essendo compresi, vanno via dal nostro paese .
–Cosa diresti ai ragazzi che vogliono approcciarsi al mondo della danza ma hanno timore?
Prima di fare qualsiasi passo, informatevi!
L’informazione non é mai abbastanza per intraprendere le strade più giuste per voi.
Non abbiate timore nel chiedere , nell’essere curiosi e nell’esplorare.
La danza é tanta passione, ma anche tanta testa. La conoscenza e la formazione costante sono alla base di qualsiasi decisione possiate prendere.
Viaggiate sempre e cercate di essere delle costanti spugne, pronte ad assorbire qualsiasi insegnamento concessovi.
–Hai nuovi progetti in porto?
Molti, in realtà. Ma per ora é tutto un work in progress.
Molti di questi partiranno proprio dalla mia terra e non vedo l’ora di condividerli con voi!
Articolo di Ruvesi.it
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