GINO SPARAPANO RIVELA: “AVEVO SAPUTO DALLA VOCE DI PAPA FRANCESCO CHE SAREBBE VENUTO A MOLFETTA”
Nell’editoriale di questa settimana di “Luce e Vita”, Gino Sparapano rivela che aveva saputo dalla viva voce di Papa Francesco che sarebbe venuto a Molfetta. L’incontro avvenne lo scorso 16 dicembre nell’incontro con i direttori dei settimanali diocesani. Ecco l’editoriale integrale di questa settimana.
Adesso lo posso dire. Che il Papa sarebbe venuto a Molfetta lo avevo saputo dalla sua viva voce quando, il 16 dicembre scorso, ho partecipato all’udienza concessa ai direttori dei settimanali diocesani per i 50 anni della Fisc, insieme a Michele Labombarda, amministratore di Luce e Vita.
Dieci secondi senza alcuna concitazione, un incontro famigliare. Anche perchè prima dell’ingresso del Pontefice nella Sala Clementina, un responsabile si raccomanda di non inginocchiarsi dinanzi al Papa, perchè egli non gradisce, ma solo di salutarlo stringendogli la mano. Ho con me una copia del volume “Cari ragazzi… don Tonino ai giovani di ieri e di oggi” con una dedica a nome della Redazione. E dopo la lunga fila di saluti, durante i quali non ho pensato cosa dirgli, arrivano quei dieci secondi indimenticabili. Gli stringo la mano, gli porgo il libro, mentre il dialogo va da sè: «Santità, Luce e Vita, Molfetta. La aspettiamo a Molfetta sui passi di don Tonino Bello!» E lui, prima che finissi di dire “don Tonino Bello”, risponde senza pensare: «Ci andrò, ci andrò!». E io, con il cuore in gola: «Grazie, grazie!»
E lui: «è previsto il prossimo anno».
«Grazie, grazie! Un grande piacere. Grazie!»
Dieci secondi indimenticabili, che per fortuna ho registrato, per darne atto al Vescovo e ai Lettori, grazie ai quali mi trovavo lì. Poi però ho dovuto nascondere questa piccola rivelazione, perchè credo che un giornalista debba essere bravo e rispettoso tanto a dare una notizia, quanto a tenerla riservata fino al momento opportuno.
A questo punto il grazie della Comunità al nostro Vescovo Domenico è doveroso. Certamente per il dono di questa visita storica, scaturita dal suo ardito invito, che ci riempie di gioia e che rende onore a don Tonino Bello, prima che alle due comunità coinvolte. Ci piace immaginarlo con accanto gli indimenticati Mons. Luigi Martella e don Mimmo Amato, protagonisti indiscussi del suo processo di canonizzazione.
Ma il grazie a Mons. Cornacchia è molto più profondo e ci sollecita all’autocritica: è come se il Papa venisse a rilanciare la testimonianza di don Tonino per rinvigorire le nostre vite, scuoterci dal torpore, rivedere il nostro rapporto con i beni, non lasciarci affascinare dai segni del potere, ridare slancio profetico alle nostre parrocchie, sollecitare una maggiore apertura alla solidarietà, dare concretezza all’accoglienza, riappropriarsi del senso nobile della Politica…
Preparare l’evento, in fondo, non sarà difficile.
Meno facile preparare le nostre vite.