GIANNINI INDAGATO: RIMETTE LE SUE DELEGHE AL PRESIDENTE EMILIANO
Giovanni Giannini (Pd) risulta tra le persone indagate a piede libero nell’indagine della Procura di Bari su presunte tangenti in cambio di appalti in alcuni Comuni della provincia di Bari, che ha portato oggi all’arresto di 11 persone, tra i quali il sindaco di Altamura Giacinto Forte (ai domiciliari) e il vicesegretario del Pd di Acquaviva delle Fonti Roberto Ottorino Tisci (in carcere). Agli atti delle indagini di Gdf e Carabinieri c’è un presunto episodio di corruzione che avrebbe coinvolto Giannini. In particolare, un imprenditore di Polignano a Mare, Modesto Scagliusi, titolare del noto ristorante ‘Grotta Palazzese’ e del salottificio Soft Line srl di Modugno – secondo quanto emerso dalle indagini – avrebbe corrotto Giannini con arredi domestici per la figlia dell’amministratore, in cambio del suo interessamento per agevolare pratiche in corso con la Regione a beneficio del ristorante, riguardanti un finanziamento regionale pari ad oltre 2mln di euro.
Erano già divisi presumibilmente ‘in mazzette’ i circa 300mila euro in contanti trovati in casa della sorella e della madre dell’imprenditore albanese residente ad Altamura Bertin Salakku, in carcere da stamattina su disposizione della magistratura barese per corruzione. Contestualmente all’esecuzione delle misure cautelari nei confronti di imprenditori, tecnici, funzionari e amministratori pubblici, la Guardia di Finanza ha infatti eseguito perquisizioni domiciliari a casa di alcuni indagati e dei loro parenti. Nelle abitazioni dei familiari di Salakku è stato trovato denaro che, secondo gli inquirenti baresi, era già pronto per esser utilizzato per pagare tangenti. L’indagine, chiamata ‘Pura Defluit’ che ha portato oggi all’arresto di 11 persone (2 in carcere e 9 ai domiciliari) e un obbligo di dimora per presunte tangenti in cambio di appalti, è partita dalla denuncia dell’ ex (e non attualmente in carica come si era invece appreso in un primo momento) vicesindaco di Acquaviva delle Fonti, Austacio Domenico Busto, ora assessore comunale ai Lavori Pubblici, al quale l’imprenditore albanese aveva promesso denaro in cambio dell’aggiudicazione di alcuni appalti. Intercettando Salakku e altri imprenditori, gli investigatori hanno poi scoperto ulteriori episodi correttivi, tutti distinti e autonomi fra loro, riguardanti altre amministrazioni comunali (Altamura e Castellana Grotte) e anche l’assessorato regionale ai Lavori Pubblici.
Giannini ha deciso di rimettere le sue deleghe nelle mani del Presidente Emiliano: “Caro Presidente, – ha scritto l’ex assessore a Emiliano – stamattina mi è stata notificata una informazione di garanzia per i reati di cui agli artt. 110, 318, 319 e 321 c.p. Per quanto ho potuto evincere dall’avviso, si tratta di fatti distinti da quelli contestati ad imprenditori, esponenti politici e funzionari pubblici con le ordinanze di custodia cautelare pure eseguite nella prima mattinata. Mi si contesta, in sostanza, di essere intervenuto a favore di due imprenditori, ricevendo in cambio non meglio specificate “utilità”, fra cui la fornitura di un “salotto” in favore di mia figlia. Si tratta di accuse del tutto infondate. Come credo sia noto, e non solo in Regione, nella mia attività istituzionale non ho mai favorito nessuno, tantomeno per riceverne a mia volta favori o prebende di qualsiasi genere. Sono certo, pertanto, che anche in questo caso sarà rapidamente accertata la correttezza del mio comportamento e, comunque, la mia estraneità a qualsiasi illecito. Ritengo tuttavia doveroso, per ovvie considerazioni di opportunità politica, rimettere nelle Tue mani le deleghe a suo tempo conferitemi”.