FORZA RUVESI, E’ L’ORA DELLA RESPONSABILITA’
Pensate a quante volte in questi lunghi e tristi 57 giorni abbiamo atteso il momento di poter rivedere i nostri nonni, i nostri fidanzati, i nostri nipoti, i nostri fratelli. Pensate a quante tristi immagini ci sono passate davanti in questo periodo, ai dati drammatici che abbiamo udito ogni giorno, all’ansia che ci ha divorati ad ogni suono di sirena in lontananza o ad ogni diretta facebook dedicata alle comunicazioni istituzionali, allo sgomento provato nel vedere mezzi militari trasportare in altre località i corpi di chi questa battaglia l’ha persa, alla preoccupazione per i nostri cari o per i nostri amici in corsia a combattere il maledetto, al senso di smarrimento di fronte ai telegiornali che ci mostravano file di ambulanze ferme davanti ai pronto soccorso. Pensate alla prima Pasqua passata in casa da soli, alla prima Pasquetta lontani dagli amici, al 25 aprile e al 1 maggio senza sole e campagna. Pensato a quello che è stato e non dimenticatelo. Il maledetto non è ancora sconfitto. Il nostro stare a casa, l’osservanza delle regole da parte della maggioranza ha permesso che i contagi, pian piano, iniziassero a scendere e che il trend, finalmente, si consolidasse. Ma lui è lì che ci aspetta, è lì in attesa di comportamenti sbagliati e superficiali da parte nostra per tornare all’attacco. Bisogna ripartire, questo è indubbio, non sappiamo quando questa emergenza sanitaria cesserà del tutto e, nel frattempo, non possiamo stare fermi. Ma dobbiamo ripartire consci del fatto che il maledetto si muove sulle nostre gambe e che, per vincerlo, è necessario giocare di squadra. Torniamo pian piano a riprenderci le nostre libertà, la cui importanza l’abbiamo capita solo ora, ma facciamolo in modo graduale e responsabile. Step by step. Non forziamo tempi, non lo sfidiamo, il rischio è quello di retrocedere nuovamente alla “fase 1” che sarebbe distruttiva per tutti dal punto di vista sanitario, economico e psicologico. Mascherine, distanziamento e tanto senso di responsabilità: primo lo abbattiamo prima torniamo a vivere! Lo dobbiamo a chi non ce l’ha fatta, lo dobbiamo a chi combatte ancora oggi contro il mostro, lo dobbiamo ai sanitari che mettendo a rischio la loro salute e con turni di lavoro incredibili hanno cercato di salvare più vite possibili, lo dobbiamo ai più piccoli che hanno rinunciato a scuola e amichetti, lo dobbiamo a noi stessi perché, nella maggior parte dei casi, abbiamo tenuto botta nonostante i due mesi chiusi in casa… Buona “fase 2” a tutti… cerchiamo di essere responsabili.