FOR MANDELA DELLA MINAFRIC ORCHESTRA AL RAVENNA FESTIVAL
Dopo la produzione di un cd – molto apprezzato dalla critica nazionale e internazionale – e dopo le esibizioni al Jazzahead di Brema e al Torino Jazz Festival, lunedì 20 giugno la musica della MinAfrìc Orchestra approda al Ravenna Festival. Dalle 21.30 sul palco della Rocca Brancaleonel’ensemble guidato dal trombettista e compositore Pino Minafra, si esibirà nel progetto speciale “For Mandela”, nato in occasione dell’edizione 2014 del Talos Festival di Ruvo di Puglia, diretto dallo stesso Minafra. La MinAfrìc sarà affiancata dal batterista Louis Moholo-Moholo, uno tra i più significativi artisti sudafricani, membro fondatore dei Blue Notes, successivamente componente dell’orchestra Brotherhood of Breath e tra i fondatori di gruppi come Viva La Black e della Dedication Orchestra, e da Keith Tippett e Julie Tippetts, dagli anni Sessanta figure emblematiche della nuova scena inglese.
Non è solo il jazz britannico a non essere rimasto indifferente di fronte alla vicenda musicale e umana del jazz sudafricano in esilio in Europa, alla quale il più avanzato jazz italiano ha guardato fin dagli anni Settanta con partecipe attenzione. Per una speciale sintonia con la poetica della diaspora sudafricana, tradottasi anche in un consolidato rapporto con Louis Moholo, si è distinta la MinAfric Orchestra. Nel progetto For Mandela – un vero e proprio omaggio per ricordare Nelson Mandela e non dimenticare un tremendo periodo storico caratterizzato dall’apartheid – i musicisti si raccolgono intorno a Moholo interpretando pagine dei Blue Notes, di Keith Tippett e di Minafra (Canto General, dedicata a Pablo Neruda), all’insegna dell’epicità e dalla passione civile.
“Da sempre per me è importante cercare di sottolineare i grandi problemi dell’uomo, problemi drammaticamente attuali come disuguaglianze, discriminazioni, ingiustizie, squilibri tra una parte e l’altra del pianeta”, sottolinea Pino Minafra. “Così è da anni che mi preoccupo di esaltare figure e valori di cui, credo, continuiamo ad avere un disperato bisogno. Il jazz per me è prima di tutto “impegno” e non può essere disgiunto dalle problematiche sociali, economiche e politiche dei nostri tempi”, prosegue. “Quello con Louis, Keith Tippett e Julie è un antico sodalizio, basato su una visione comune, su ideali e utopie di libertà e giustizia che ritengo necessari all’evoluzione della specie: obiettivi ancora lontanissimi e quindi sempre più urgenti. Mandela può dirsi l’“emblema planetario” di tutto ciò, celebrarlo e stimolare in musica queste riflessioni per noi è semplicemente un dovere”, conclude il musicista pugliese.
La MinAfric Orchestra nasce come naturale prosecuzione del progetto Sud Ensemble di Pino Minafra. Intenzione primaria della formazione è quella di dare voce e suono alle musiche del nostro tempo, volgendo lo sguardo su tutto l’orizzonte geografico, musicale e culturale del Sud. Un progetto intenso e articolato, che unisce con la musica le complesse diversità che circondano la Puglia, naturale ponte verso l’Oriente, il Mediterraneo, l’Africa, i Balcani e oggi verso la Nuova Europa. Sul palco Pino Minafra (direzione, composizione, tromba), Marco Sannini, Claudio Cesar Corvini, Giorgio Distante(trombe), Roberto Ottaviano (sassofono, arrangiamenti), Sandro Satta, Carlo Actis Dato, Pasquale Innarella, Nicola Pisani (sassofoni), Beppe Caruso, Sebi Tramontana, Michele Marzella (tromboni), Livio Minafra (pianoforte), Giorgio Vendola (contrabbasso), Vincenzo Mazzone (batteria), Michele Sinisi (voce recitante), Gianna Montecalvo, Cinzia Eramo, Lisa Manosperti (voci).
Dal 1990 Ravenna Festival si caratterizza per un programma artistico ad ampio raggio che include tutti i linguaggi performativi, dalla musica sinfonica a quella da camera, dall’opera al teatro, dalla danza al musical, dal jazz alla musica etnica. Ogni anno da maggio a luglio una città intera diventa palcoscenico per due mesi: dalle basiliche tempestate dall’oro di antichi mosaici agli eleganti teatri storici, chiostri, giardini, piazze e antichi palazzi ritrovati. Ma anche il porto e le sue archeologie industriali, le spiagge e la pineta dove sostò Dante Alighieri e ancora su fino alle dolci colline che si stagliano lontane all’orizzonte.