FLAMMA ARDENS REPLICA ALLA NOTA DEL SINDACO
Flamma Ardens replica alla nota del sindaco Pasquale Chieco e lo fa attraverso il suo legale rappresentante.
“Perché il cittadino possa cogliere con chiarezza il dotto mixage di menzogne, diffamazioni, insulti opposti dal Sindaco alla composta iniziativa della Flamma Ardens tesa ad ottenere il ripristino immediato di un servizio pubblico (a ciò peraltro indotta dalle pressioni di numerosi utenti), è necessario che egli finalmente sappia (ovvero ricordi) come tre amministrazioni comunali e tre dirigenti, dal 2006 ad oggi, hanno inteso gestire un servizio pubblico. Questi i fatti.
– 02.05.2006. Senza aver ancora individuato un nuovo gestore del servizio, il Comune chiede al giudice di intimare alla Flamma Ardens la consegna dell’impianto. Il giudice respinge la richiesta con l’ordinanza di cui alla foto allegata, che si raccomanda di leggere con attenzione. L’ordinanza è confermata in appello e il Comune condannato alle spese processuali e a un congruo risarcimento a favore della Flamma Ardens.
A séguito di tale ordinanza, la Civica Amministrazione avrebbe dovuto o individuare immediatamente un nuovo gestore, o stipulare con il gestore uscente un contratto a valere fino alla individuazione di un nuovo gestore: unico strumento, quest’ultimo (invano proposto da questa Società fin dall’8.5.2006), che avrebbe scongiurato l’anomalia della gestione di fatto del servizio.
Invece, fino al 31.07.2017 (dunque, per oltre 11 anni) due Civiche Amministrazioni e tre dirigenti, pur ripetutamente invitati da questa Società a riportare il servizio nell’àmbito della legalità, invocando un contenzioso che non ha mai riguardato l’individuazione di un nuovo gestore del servizio, , non hanno mai assunto alcuna decisione. Sono state dunque quelle figure istituzionali, non la Flamma Ardens, a porre le condizioni di una così lunga gestione di fatto del servizio, gestione peraltro fruita con economicità, efficacia, efficienza dai cittadini, con le tariffe più basse d’Italia. Ma c’è di più: quegli stessi dirigenti e amministratori che nulla facevano per interromperla, ostentavano un bizzarro misconoscimento della gestione di fatto del servizio mentre se ne servivano ampiamente.
Questo stravagante rapporto intrattenuto per 11 anni dalla Civica Amministrazione con un servizio pubblico a rilevanza economica ha generato due anomalie: 1) il rifiuto da parte del Comune di introitare i proventi del servizio puntualmente offerti da questa Società; 2) la manutenzione straordinaria, le migliorie, l’ampliamento dell’impianto effettuati da questa Società a sue spese. Sono state, dunque, queste due anomalie, delle quali il Comune è unico responsabile, ad aver generato quel contenzioso che ancora oggi impedisce di affidare il servizio a un nuovo gestore. Tanto è vero che nella recente delibera di affidamento dei servizi cimiteriali alla Ruvoservizi (28.3.2018) il Comune ha escluso l’illuminazione votiva, riconoscendo ancora una volta la gestione di fatto “nelle more della definizione del contenzioso con la Società Flamma Ardens”. Per consentire al Comune di affidare alla Ruvoservizi la gestione delle luci votive, la Flamma Ardens dovrebbe, insomma, regalargli quel che in 11 anni, a sue totali spese, ha manutenuto, accresciuto, migliorato: opere sotto gli occhi di tutti (ampliamento delle reti, trasformazione a leds, manutenzioni straordinarie spesso provocate da lavori comunali), che hanno fatto funzionare e crescere il Servizio, mentre dirigenti e amministratori (anch’essi utenti!) fingevano che non esistesse. Dunque, se il Comune vanta crediti (che la Flamma Ardens non gli ha mai negato, ma che esso si è rifiutato di introitare, talvolta addirittura restituendoli), altrettanti ne vanta la Flamma Ardens. Sindaco, se Le riesce, provi innanzitutto a smentire questo incredibile esempio di mala gestio cittadina.
Tutto questo è accaduto prima che Lei si insediasse a Palazzo Avitaja. Da Sindaco in carica, invece, spieghi ora ai concittadini e agli sciacalli che, disinformati e impuniti, scorazzano sui social: come mai Lei, convinto fino alla diffamazione che la Flamma Ardens goda di “privilegi illegittimi e vecchi di anni” non ha, appena informato dello status quaestionis, intrapreso un’azione legale per ottenere l’immediata consegna dell’impianto e snidare quei privilegi? E come mai è stata, invece, la Flamma Ardens ad aver portato la Civica Amministrazione in tribunale per ottenere un giudizio sulle sue rivendicazioni: giudizio che in due anni la Civica Amministrazione ha chiesto per ben 5 volte di rinviare, mostrandosene timorosa e, soprattutto, ritardando così, essa stessa, la fine alla gestione di fatto del Servizio?
Ora, le risposte a queste domande stanno tutte in quel che sta accadendo da quando i servizi cimiteriali sono stati affidati alla Ruvoservizi. Stanno, quelle risposte, nel tentativo del Comune di imboccare una insidiosa scorciatoia illegale che innanzitutto danneggia i cittadini/utenti: quella di far terra bruciata intorno alla Flamma Ardens non consentendole di illuminare i nuovi loculi e di ripristinare le reti danneggiate. Vuol dire, cioè, usare metodi illeciti che si abbattono innanzitutto su migliaia di cittadini/utenti privandoli del diritto alla continuità del servizio e delle loro attese affettive; privare il Comune dei relativi proventi, e correre persino il rischio di creare una disaffezione dal Servizio che finirebbe col danneggiare lo stesso gestore subentrante. Questa linea di condotta, egregio Sindaco, eminente giurista e professore, nella lingua del Diritto ha un nome: interruzione punibile di un pubblico servizio; nel sistema etico del buon governo è una cinica violazione dei diritti dei cittadini.
E per il bene dei cittadini la Flamma Ardens La esorta, quindi, a non impedirle di adempiere ai suoi doveri di gestione finché questa non verrà legalmente affidata ad altro gestore. E La esorta anche a rispettarla in questo delicato compito, non a offenderla e diffamarla. Anche la nuova gestione, peraltro, è cosa, come Lei ben sa, non facile da attuare, visto che la Civica Amminitrazione ha deciso un affidamento in house del Servizio alla Ruvoservizi che prevede il raddoppio delle tariffe, sopravvaluta gli introiti, non dispone di personale tecnico specializzato, non sa come reperire 900.000 euro per rifare l’impianto (come denunciato al TAR) : tutto in violazione dei criteri di economicità e convenienza imposti dalla normativa nazionale ed europea agli affidamenti in house. E su quest’ultimo punto la Flamma Ardens non può non porle un ultimo quesito: perché la Civica Amministrazione ha scelto di finanziare (non si sa ancora come) questo esosissimo impianto tradizionale bocciando invece quello presentato tempo fa dalla Flamma Ardens che, con la procedura del project financing, ovvero senza costi per la pubblica amministrazione, proponeva, nella limpida forma dell’evidenza pubblica, la realizzazione di un nuovo impianto ad energia rinnovabile?”