FILOGRANO: “LA CULTURA È VICINANZA E LO PUÒ ESSERE ANCORA”
Una serata di racconto della forte combinazione tra cultura e welfare, comun denominatore dei cinque anni di amministrazione Chieco. I racconti densi ed esaustivi delle assessore Monica Montaruli e Monica Filograno hanno raccontato quelli che sono stati gli obiettivi raggiunti nelle politiche rispettivamente sociali e culturali. “Un racconto ricco e appassionato – ha ricordato Chieco – che ha trattenuto la platea per un tempo anche lungo in una gradevole serata estiva”.
Dopo il primo ed esaustivo intervento dell’assessora Monica Montaruli, il testimone è passato a Monica Filograno, assessora alla Cultura e Pubblica Istruzione. Un “intervento galoppante” lo ha definito per via del poco tempo a disposizione, ma completo e convincente per una popolazione che vive in un città invidiabile.
I suoi cinque anni di mandato sono racchiusi nella sua “memoria esagerata” dice, ma rimangono scritti e ben difesi in un’inseparabile agenda gialla. “É una sorta di to-do-list e ci sono molti ‘fatto’ ” dice.
Dinanzi a lei una platea molto vasta: riconosce coloro con i quali sin dall’inizio si è interfacciata. Abituata a lavorare nei piccoli territori, ricordando gli anni a Melpignano, afferma che, pur non essendo di Ruvo, sin da subito si è sentita accolta, stabilendo uno stretto rapporto con la cittadinanza. Ricorda l’ing. Gildo Gramegna come una delle sue guide nei primi giorni di incarico, colmi di impegni ed anche di tristi ricordi indelebili: “Entravo negli uffici di via Solferino – ricorda – e il mio telefono si riempiva inconsapevolmente di messaggi da tutta Italia che mi chiedevano della strage dei treni”.
“A distanza di cinque anni da quei giorni – dice – la connessione tra gli obiettivi e le cose fatte è davvero forte ed è bello per me e per noi poterlo riscontrare e raccontare”. Prima di lei Pasquale De Palo che ricorda per il supporto e la disponibilità e che ringrazia per quello che definisce “un bel passaggio di testimone”. “I beni culturali sui quali l’amministrazione precedente aveva lavorato – dice Filograno – noi li abbiamo presi e li abbiamo portati avanti”. È il caso del Museo del Libro Casa della Cultura, aperto nell’aprile del 2015 e che l’assessorato e l’amministrazione tutta si dice essersi adoperata per far si che non rimanesse solo polo museale con un patrimonio librario inestimabile ma anche luogo di incontri, sala conferenze, laboratorio per ragazzi e gare di lettura. Ricorda qui il progetto Confabulare che adesso non è più tra le mura di scuole e biblioteche ma esce e arriva sulla Murgia. “Tutto ciò – dice – è stato possibile grazie a risorse intercettate attraverso bandi – e continua – Abbiamo lavorato tanto (ndr si riferisce ai giovani del servizio civile) che la Regione Puglia ci ha scelto per ben due volte tra cinque luoghi in tutta la regione per il progetto I musei raccontano la Puglia”. L’assessora fa poi riferimento a finanziamenti del governo avuti e ad un altro in fase di candidatura che hanno permesso di acquistare nuovi libri, istituire una sezione di narrativa per infanzia e adolescenza, e una per lettori con disabilità che annuncia sarà presto intitolata alla maestra Isa Cantatore. Sono stati acquistati anche i volumi cosiddetti C.V.A, Corpus Vasorum Antiquorum che conducono la nostra biblioteca ad essere tra le due in tutta la regione a possederne alcuni: “La preziosità di questi volumi permette a studiosi, archeologi di venire a Ruvo di Puglia a studiare”.
Filograno ricorda l’attenzione che la Regione ha avuto nei confronti della nostra città “ma non per privilegio – dice – Vincere bandi ci ha permesso di avere finanziamenti che la Regione ha dato per trasformare un palazzo, in cui prima vi era la ragioneria del comune, in un ostello per i camminatori della via Francigena, finanziandone anche le attività di animazione di questo spazio”. Il completamento dei lavori, prossimi all’avvio, sosterranno così un turismo che definisce “lento e sostenibile”.
Parla poi dell’ex Convento dei Domenicani, contenitore di molti eventi e in particolare della Pinacoteca Comunale D’Arte Contemporanea e attualmente in restauro grazie a finanziamenti. “Una serie di riunioni, fatte insieme alla maggioranza del consiglio comunale sempre molto disponibile ad accogliere novità – afferma Filograno – ha fatto sì che quello spazio possa accogliere tutto il patrimonio archeologico ritrovato durante gli scavi di edilizia privata nel territorio ruvese nello scorso ‘900, mai esposto prima e attualmente inscatolato nei sotterranei della sovrintendenza di Bari e Taranto”. Una convenzione sottoscritta nell’agosto del 2019 farà sì che si tratterà di una esposizione permanente. “È un fatto storico e davvero importante” afferma l’assessora tra gli applausi della platea. Poi avvisa: “il 31 luglio ci sarà una festa bellissima; vestitevi bene”, ricordando l’apertura al pubblico del Nuovo Teatro Comunale della città e ringrazia la compagnia la Luna nel Letto che gestisce il teatro e che ha permesso il rinnovamento dell’edificio. Dice che non è stato un lavoro semplice: ricorda come all’inizio sembrava impossibile un’impresa del genere. Ricorda poi il lavoro fatto per il riconoscimento di Ruvo come città d’arte. “Solo nel 2017 – dice – si è riusciti ad ottenere tale riconoscimento ed stato poi confermato nel maggio scorso per altri cinque anni”. E dinanzi al rammarico cittadino di vedere chiusi i musei della città dice: “anche dopo la pandemia i musei sono rimasti chiusi e questo non ci piace, ma i musei vanno riqualificati; il Museo Jatta, che è nazionale e per questo non lo decidiamo noi, non sarebbe stato più agibile”. Parla poi del Vaso di Talos attualmente esposto con il resto della collezione Jatta a Bari ma che “tra qualche settimana – dice – arriverà a Ruvo a Palazzo Caputi: lo avevamo detto e lo faremo – e continua – Questa città se saprà essere curata con competenza e con visione avrà una rete culturale da fare invidia ad altre città che tutto questo non ce l’hanno”. Parla di una Ruvo che è immensa culturalmente ma così piccola da essere percorsa in una sola giornata “ma con i nuovi musei – afferma – una giornata non basterà e non solo per le gite e per i turisti ma anche per gli studiosi che studieranno a Ruvo e di Ruvo ne parleranno in tutto il mondo”.
Immancabile Luci e suoni d’artista: “C’è Natale, c’è l’artista, c’è l’idea, la condizione per poterla fare” e così il progetto si attua”. Si dice contenta Monica Filograno di aver speso cinque anni della sua vita qui. Con molta confidenza e simpatia dice di essersi sacrificato ai suoi cari e anche ai suoi gatti.
Ricorda anche il lavoro, assieme a Pino Minafra, con e per le bande, e dalle sue parole ne evince il ruolo identitario che queste hanno nei confronti della città. E poi ancora i lavori con le scuole, il difficile approccio con lo sport ma che comunque ha dato alla luce nuove riqualificazioni agli impianti sportivi e altre in arrivo come per Parco Levi, e poi le gestioni di questi edifici, la palestra della scuola Cotugno, il Maggio Sportivo. “Ne sono usciti eventi non perfetti ma fatti con le persone vere”.
In ultimo ma non per importanza, ricorda i giovani. “Ho lavorato preferendo i giovani perché le loro idee sono quelle di cui noi adulti ci possiamo avvalere – dice. – Tanti non sanno che abbiamo fatto tante cose con e per i giovani”. Parla del Forum Giovani come realtà essenziale ruvese che è riuscita a portare la propria visione nell’amministrazione. “Essere assessore – dice – non è solo dare contributi ma sedersi attorno a un tavolo e scambiarsi idee”. Si dice anche dispiaciuta la dove non è riuscita “a fare rete”.
E poi la Coworking La Capagrossa, l’associazione Cultura et Memoria, l’Università della Terza Età. “Ho condiviso la mia vita” dice e ribadisce che l’obiettivo e la soddisfazione più grande è stata quella di essere riusciti a creare un tessuto cercando di far fare autonomamente il salto alle associazioni; dice “ho voluto aumentare la fiducia in se stessi, rendere orgogliosi loro di far parte della città” e si commuove tra gli applausi del pubblico.
Chiude l’intervento ritornando al tema dell’incontro: sulla sua agenda scrisse che effettivamente cultura e sociale devono stare insieme e occorre stare, come ribadito anche in precedenza dall’assessora Montaruli e dal sindaco Chieco, nei tessuti sociali. Poi in riferimento a Chieco come “uomo a cui piace il futuro – dice – la cultura è vicinanza e lo può essere ancora e in meglio e la piazza gremita questa sera ne è la dimostrazione”. Ringrazia tutti Monica Filograno, dalla maggioranza, al lavoro degli uffici sempre disponibili e anche i presenti dinanzi a lei: “Non mi sono mai sentita forestiera”.
A conclusione di una serata così densa, Chieco ribatte: “Ora si capisce perché sono orgoglioso del lavoro di questi anni. L’amministrazione si è occupata di tutti i temi della comunità e sociale e cultura sono sin dall’inizio state le leve fondamentali sulle quali abbiamo agito in modo integrato. Così si fa una comunità migliore, coesa solidale – e, ricollegandosi a quanto detto da Filograno, dice – nel futuro ci siamo già perché è dentro ciò che abbiamo fatto e stiamo facendo. Anche stasera abbiamo dato ragione al perché vogliamo continuare questa avventura: per far brillare questa città di bellezza, per educare i nostri figli con il coinvolgimento di tutte le istituzioni – e conclude – Quando fai una politica così non ti stanchi mai”
Fonte foto: @facebook Pasquale Chieco