Eternamente Gianluca
Circoscrivere la grandezza dell’avvenimento che ci ha portato a scegliere “lo sportivo della settimana” ai confini della nostra Ruvo di Puglia sarebbe un’operazione pretenziosa: il ritiro annunciato due giorni fa da Gianluca Basile è un evento che tocca da vicino l’intero panorama della pallacanestro europea e nazionale.
L’addio alla pallacanestro di quel numero 5 è stata una notizia, seppur ampiamente preventivabile, capace di intristire anche l’osservatore più distratto. Questa edizione della nostra rubrica settimanale non poteva che essere dedicata a Gianluca e al suo rapporto con la nostra Ruvo. Ci perdoneranno i tifosi di Reggio Emilia, Bologna, Barcellona, Cantù, Milano e Capo D’Orlando -fortunati testimoni di quel rifulgente mix di talento, attributi e simpatia che il Baso ha portato in campo per oltre un ventennio- ma noi ruvesi ci sentiamo i primi beneficiari assoluti del fenomeno Basile.
Raramente nella storia della pallacanestro nazionale abbiamo potuto assistere alla così stretta identificazione tra un atleta e il proprio posto di nascita. Il sintagma Gianluca Basile da Ruvo di Puglia è diventato, invece, tanto comune all’interno del panorama sportivo nazionale da tramutarsi ben presto in una nuova, inconsueta, fonte di pubblicità per il nostro paese. Questo è stato possibile per un motivo molto semplice: Gianluca ha sempre sottolineato orgogliosamente le proprie origini, tributando costantemente enorme rispetto alla propria terra e alla propria famiglia. Il Baso si è legato a doppio filo con la crescita dello sport a Ruvo.
Come si diceva in un altro pezzo, pubblicato nella versione cartacea dello scorso ottobre di Ruvesi.it, Gianluca ha avuto per gli sportivi nati a Ruvo un ruolo non troppo diverso da quello che nella mitologia greca ha ricoperto Prometeo. Ha indicato la via a tutti quei giovanissimi atleti ruvesi che, come lui, coltivavano il sogno di farcela: ha, per certi versi, rubato il fuoco agli dei del basket per tutti noi. Ma Basile non si è limitato a tracciare un solco indelebile nell’immaginario collettivo dei piccoli ruvesi. Gianluca ha, poi, affettuosamente curato i germogli che in quel solco sono nati, risultando presente nella nostra comunità più di quanto ci si aspetterebbe da un campione d’Europa. Oltre a concedersi saltuari bagni di folla in incontri pubblici, spesso è stato possibile incontrarlo per le vie di Ruvo o in pizzeria, magari sotto le festività: Gianluca non si è mai lasciato andare a gesti di insofferenza quando si è trovato a fronteggiare richieste di foto ed autografi. Sempre sorridente, gentile e forse un po’ imbarazzato, si è costantemente mostrato ben conscio dell’investitura silente di cui si è fatto carico per la nostra comunità.
Cosa sarebbe successo a lui e all’intero sport Ruvese se, non facendosi sedurre dalla palla a spicchi sotto la spinta dei fratelli Di Gioia, avesse preferito continuare con il calcio sotto l’egida del presidente Ciliberti, non è dato saperlo.
Tutto ciò che ci è dato conoscere è che il suo lascito sportivo e umano vivrà per le vie del nostro paese anche ora che lo squittire delle scarpe sul parquet è solo un ricordo per lui. E’ stato eletto MVP, è stato nominato Capitano ed ora è a tutti gli effetti una Leggenda, ma -ci perdonino i suoi tifosi in giro per l’Europa- per noi sarà eternamente Gianluca.