EMERGENZA PSICHIATRICA NELLE CARCERI PUGLIESI, DAMASCELLI (FI): “REGIONE RISPETTI LA LEGGE”
Nota del consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli.
“Una situazione esplosiva, che compromette la sicurezza degli agenti di polizia penitenziaria e la stessa funzione rieducativa della pena: la Regione deve immediatamente intervenire, in quanto ente competente, per far fronte all’emergenza psichiatrica nelle strutture detentive presenti sul nostro territorio ed è per questo che ho depositato un’interrogazione consiliare diretta al presidente-assessore alla Sanità, Emiliano. Nelle carceri pugliesi, secondo gli ultimi dati ufficiali, il tasso di sovraffollamento è del 65,3% e siamo tristemente la prima regione d’Italia in questo. Nel frattempo, però, si registra una drammatica insufficienza dell’organico della polizia penitenziaria, che è sceso da circa 2400 unità nel 2001 a meno di 1900. E, se da un lato il numero di detenuti è alle stelle e quello degli agenti continua, invece, a diminuire; dall’altro c’è una vera emergenza: sono sempre più frequenti gli episodi di scompenso psichico nel corso dell’espiazione della pena. Detenuti con gravi problemi di salute mentale ricevono un’assistenza specialistica carente e per giunta sono allocati in sezioni comuni, a stretto contatto con la restante parte della popolazione carceraria. Il risultato è immaginabile: esiste un pericolo concreto per l’incolumità degli agenti di polizia penitenziaria, sotto organico e spesso in difficoltà anche a garantire la sicurezza ordinaria. Negli ultimi anni si sono registrate numerose aggressioni in danno del personale di sorveglianza e sanitario. L’ultima qualche giorno fa a Bari, e a farne le spese sono stati due agenti. Dal 2008 la nuova normativa nazionale ha affidato alle Regioni e alle Asl la competenza in materia di sanità penitenziaria, eppure in Puglia non è stato dato seguito alle nuove prescrizioni in quasi tutte le strutture carcerarie. In particolare, le novità viaggiano su due binari: la realizzazione di reparti psichiatrici, la cui gestione in capo al personale medico e infermieristico in tutte le strutture circondariali, e la sistemazione dei pazienti con disturbi in aree dedicate esclusivamente a loro. Ciò per tutelare gli agenti di polizia e tutti coloro che operano nelle strutture, ma anche gli stessi pazienti problematici che spesso si abbandonano ad episodi di autolesionismo o addirittura a tentativi di suicidio, perché non adeguatamente assistiti”.