Elisabetta Zizzo, il soprano dalle origini ruvesi tra le protagoniste delle stagioni teatrali all’Arena di Verona
Ci sono talenti innati che possono venir a galla anche per puro caso. Oggi raccontiamo la storia di Elisabetta Zizzo, uno dei soprani attualmente in vetta presso la Fondazione Arena di Verona.
Nonostante parte della sua famiglia viva a Ruvo di Puglia, Elisabetta, classe 1991, è nata e cresciuta a Catania dove, sin da piccola, ha coltivato la passione per la musica. Questa, tra casualità o fortune, l’ha portata a esibirsi nei grandi teatri italiani. Oggi, nella stagione invernale della Fondazione Arena di Verona, ricopre il ruolo di Barbarina nelle Nozze di Figaro di Mozart.
Ormai Elisabetta vive a pochi passi dall’Italia, a Mentone (Francia) e insegna canto al liceo musicale di Albenga, Savona. Abbiamo voluto scambiare due chiacchiere con lei e farci raccontare la sua storia, dalle origini della sua passione alla sua fortuita carriera.
Come e quando nasce la sua passione per il canto lirico?
Per puro caso anche se, in realtà, io nasco pianista. Sono nata in una famiglia in cui si è sempre sentito l’amore per la musica. Mio padre si divertiva a suonare la chitarra e il pianoforte e quando ero piccola ne comprò uno. Io lo vedevo e ci giocavo fin quando un giorno non gli chiesi seriamente di imparare a suonarlo. Dunque l’obiettivo iniziale era diventare pianista e infatti a 17 anni ho conseguito il diploma di pianoforte al Conservatorio. Prima, però, mentre frequentavo la scuola media, feci parte di un laboratorio musicale; io ero nel coro e insieme avremmo messo in scena Notre Dame de Paris. Il caso volle che la protagonista si ammalasse e fui io a prenderne il posto. Avevo 13 anni e fu allora che scoprii di avere una bella voce. Dopo il diploma di pianoforte volli, allora, completare la mia formazione studiando canto lirico ma certamente l’intento non era mai stato quello di fare la cantante. Solo qualche anno dopo ho capito davvero che era quella la mia strada.
Come è arrivata a ricoprire dei ruoli a Verona?
Sono qui a Verona ormai dal 2018. Prima ho girato tra il Teatro Massimo di Palermo e il Teatro Regio di Parma. Proprio a Parma, durante un’edizione dell’Accademia Verdiana, fui notata dal soprano Cecilia Gasdìa nonché l’attuale sovrintendente e direttrice artistica della Fondazione Arena di Verona, e fu subito decisa a portarmi con sé. Anche quello fu un caso fortuito perché Gasdìa sarebbe diventata sovrintendente appena qualche mese più tardi.
Tra tutti i ruoli che hai interpretato, quale le è rimasto più nel cuore?
E’ certamente una domanda difficile. A pari merito posso dire che ho più a cuore il ruolo di Liù, la serva fedele di Turandot che ho interpretato al Festival Pucciniano e quello di Nedda in Pagliacci di Ruggero Leoncavallo.
Progetti futuri. Dove si vede fra 10 anni?
Anche questa è una domanda piuttosto difficile. Sono in un’età in cui tutto può accadere. Ciò che è certo è che il canto ci sarà sempre così come l’insegnamento. Ciò a cui vorrei poter dare maggiore spazio è senz’altro la famiglia: quando si hanno dei bei successi è sicuramente bello poterli condividere con chi si ama.
Elisabetta sarà in scena al Teatro Filarmonico di Verona nei giorni 22, 25, 27 e 29 gennaio. A lei i nostri più cari auguri.
Articolo di Ruvesi.it