ELEZIONI DEL 1888: A RUVO VINCONO ESPONENTI DI PARTITI DIFFERENTI. LA CRITICA DE “IL MATTINO” E’ FEROCE
“Correva l’anno” è la rubrica del sabato proposta da ruvesi.it e che chiuderà gli appuntamenti settimanali con gli approfondimenti che avete cominciato a conoscere nei giorni scorsi.
Il nostro viaggio parte dal 1888. Parliamo di elezioni amministrative con un aneddoto curioso che pone due quotidiani dell’epoca uno contro l’altro, “Il Corriere delle Puglie” e “Il Mattino”. Motivo del contendere le critiche rivolte da un giornalista campano agli eletti a Ruvo.
Si tengono le elezioni amministrative il 22 e 25 luglio 1888. Nella provincia l’affluenza sarà ovunque scarsa, mentre a Ruvo alle urne si presentano in 200, circa il doppio rispetto agli elettori dell’anno precedente.
Il 22 e 25 luglio i ruvesi eleggono una lista senza spiccato colore politico, ma di gente onesta e senza ambizione. Una nota che è espressione sincera del vivo desiderio, che la grande maggioranza della cittadinanza ha “di veder finiti certi vecchi rancori, da cui han saputo trarre tanto profitto i malvagi di tutti i colori”, scrive “Il Corriere delle Puglie”.
Della nota fanno parte l’avv. Francesco Boccuzzi, il Sig. Vitulli Montaruli Raffaele, il sig. Bassi Domenico, il sig. Tambone Antonio di Vincenzo e il sig. Chieffi Tommaso.
“Una spontanea manifestazione di simpatia ebbe pure l’ottimo sig. Raffaele Cotugno di Vincenzo, che certamente sarebbe riuscito, se i suoi amici avessero pensato a presentarne pertempo la candidatura”, fa notare l’articolista.
Ma a scatenare l’ira dei ruvesi vi è un articolo pubblicato su “Il Mattino” che scredita gli eletti. La firma è anonima. Il giornalista rimane anonimo, il suo acronimo scelto è quello di Tersite, il quale fa degli apprezzamenti giudicati “contradditori, se non certamente inesatti”.
Si fa, dunque, gran parlare delle finalità gli eletti hanno. Come mai si mettono insieme tante figure non unite dallo stesso colore di partito?
A “Tersite” risponde “Ulisse”, ovvero colui che sulle righe del “Corriere delle Puglie” replica all’articolo del giornale campano. Pensate solo quattro pagine: “Nessun sottinteso, nessuna deficienza, nessuna vigliaccheria: ma solo grande desiderio di far bene al Comune”.
“Tersite” suppone anche con le elezioni del 1887 si è voluto creare un vincolo per l’avvenire: “Oh! Creda pure, il Sig. Tersite, che non ve n’era bisogno”.