Elezioni americane: il videoreporter Pasquale Anselmi all'Hilton Hotel per la Press Association
Con la sua fedele telecamera, Pasquale Anselmi è stato tra gli operatori presenti all’Hilton Hotel, per conto della Press Association Editorial Awards, per seguire le fasi principali della lunga notte americana che ha visto il trionfo di Donald Trump.
Il videoreporter ruvese era tra i coloro che, provenienti da tutto il mondo, hanno atteso l’esito delle elezioni americane e ripreso il primo discorso del 45esimo presidente degli Stati Uniti d’America.
Riportiamo una sintesi dell’intervista che Pasquale Anselmi ci ha rilasciato a noi di “Ruvesi.it – News” in occasione del riconoscimento ottenuto dalla Press Association Editorial Awards, di miglior video giornalista del 2015.
La passione per i reportage, l’amore per la comunicazione visiva che diventa strumento efficace di divulgazione di messaggi informativi: parte da tutto ciò la storia di Pasquale Anselmi, video-reporter ruvese capace di affermarsi nella nazione della regina! Ed è proprio in Inghilterra che dalla Press Association Editorial Awards ha ricevuto il riconoscimento di miglior video giornalista del 2015. C’è tanto sudore e impegno dietro un riconoscimento, punto di passaggio, di una carriera che sta costruendo con telecamera e valigia sotto il braccio.
Il suo percorso parte da Ruvo di Puglia, dove al liceo scientifico “O. Tedone” quasi per scherzo con dei grandi amici, comincia a cimentarsi con il giornalismo e lo fa dando un contributo notevole alla realizzazione di “Papaegnews”, giornalino scolastico rimasto nella storia liceale. Subito dopo approda al Palasport di via C. Colombo, dove assieme al nostro direttore Paolo Pinto, diviene un punto di riferimento per gli appassionati di basket prima attraverso il settimanale “Palacolombo Live”, poi con la realizzazione di video emozionali e la nascita della web-tv cestistica “ruvochannel.com” nel 2006, di chiara influenza britannica, dove in quegli anni spopolavano i “canali web” ufficiali del Manchester United e dei club più importanti della Premier League. La sua capacità di porsi come profondo anticipatore dei tempi, gli consente di mettere le sue capacità a disposizione di realtà molto importanti quale quella di Radio Radicale, dopo un breve percorso di studio seguito a Cinecittà: “La mia passione – spiega Pasquale – per il video giornalismo è nata per caso, quando ho iniziato a lavorare come montatore per Radio Radicale. Di lì ho iniziato a collaborare anche con altre agenzie italiane ed estere girando servizi e reportage principalmente su affari internazionali e diritti umani. Oltre a lavoro di agenzie, produco miei progetti, generalmente su storie di minoranze: Islam a New York, l’omosessualità nelle comunità arabe in Israele, l’immigrazione in America nel secolo scorso”.
Che siano i manifestanti che nel 2013 protestarono contro Morsi a Roma o il primo piano di Al Pacino, Paco colpisce nel segno.
Che soddisfazione il premio ricevuto!
“Certo! Il premio è un riconoscimento editoriale annuale istituito dalla Press Association, l’agenzia stampa nazionale britannica, per i reporter che hanno contribuito a far distinguere l’agenzia con specifici reportage, servizi e articoli. Nel mio caso sono stati riconosciuti la copertura di eventi come la nascita della principessa Charlotte, la settimana del referendum greco ad Atene e il disastro aereo di Shoreham. Sono onorato del riconoscimento, essendo l’unico reporter non britannico o irlandese dell’agenzia.”
Il reportage che le ha lasciato più il segno.
“Il reportage a cui sono più legato è stato “Giustamente”, un viaggio con i giornalisti Simone Sapienza e Valentina Ascione in otto dei peggiori istituti penitenziari italiani, venendo a contatto con storie molto toccanti che mi hanno insegnato molto. Il documentario è stato trasmesso sulla maggior parte dei canali nazionali ed è stato finalista al premio Ilaria Alpi nel 2012.”
Quali differenze ha riscontrato tra la stampa britannica e quella italiana?
“La stampa britannica è profondamente diversa da quella italiana. Qui la protezione di privacy, indagini e processi è molto seria e ciò influisce di molto sulla copertura mediatica di cronaca nera, scandali e incidenti. Una buona parte delle testate italiane non potrebbe esistere nel Regno Unito. A livello televisivo gli standard e il numero di produzioni sono avanti anni luce rispetto ai corrispettivi europei e buona parte di quelli americani.”
Da grande viaggiatore del mondo, è pronto a girare un documentario con una camera a 360 gradi!