“Eje so de Riuve e teng la copa tuoste…”: come nacque l’inno ruvese
“Eje so de Riuve e teng la copa tuoste…”: alzi la mano il ruvese, vicino o lontano, che non abbia mai cantato questo motivetto su una melodia che gli amanti della lirica riconoscono, “Carmen” di Georges Bizet.
Ieri, nel Chiostro dell’ex Convento dei Domenicani, è stata spiegata la genesi di quello che si può considerare l’inno cittadino rubastino.
Il M° Giuseppe Di Bisceglie, voce narrante di “Eje so de Riuve…viaggio musicale tra usanze, simboli e convenzioni della banda”, un concerto – storia della Banda Comunale curato dall’Associazione Musicale “Basilio Giandonato”, ha raccontato come lo stornello “Eje so de Riuve e teng la copa tuoste, viva la banna nuoste!”, sia stato composto dal M° Basilio Giandonato, sulle note della celeberrima opera francese. Stornello a cui furono aggiunte le parole del poeta vernacolare Nicola Stragapede raccogliendo le testimonianze di Rocco Pellegrini , antica voce ruvese, sull’atavica lotta tra ruvesi e coratini, non disdegnando fulmini ai terlizzesi.
E il gruppo folkloristico “Lapecheronza” di Ruvo di Puglia ha danzato e cantato sulle note di questo “scherzo” musicale del M° Giandonato e del Prof. Stragapede: un profluvio di divertenti luoghi comuni sui difetti dei coratini, terlizzesi e bitontini a cui non si dovrebbero risparmiare sassaiole e bastonate.
Ma il concerto, durante il quale sono state eseguite la “Marcia a San Cleto” e la “Marcia a Ruvo” del M° Rocco Di Rella che ha diretto la Banda, è stata una narrazione sulle consuetudini , convenzioni e missioni della banda.
Perché la banda, la banda da giro, soprattutto al Sud, ha avuto un ruolo divulgativo della cultura musicale tra le classi medie e umili che non potevano aspirare a sedersi nelle comode poltrone dei grandi teatri dove erano rappresentate le grandi opere, “Tosca”, “La Traviata”, “La Boheme” e altri capolavori.
La banda da giro viaggiava per i paesi in occasione delle feste patronali, suonava nelle piazze centrali e faceva vivere agli ascoltatori i drammi di Violetta, Alfredo, Rodolfo, Mimì, Mario, creando anche una trasposizione di ruoli: la banda personificava l’Orchestra, le voci erano incarnate da alcuni strumenti, la claque aveva il suono del gong che preannunciava il finale dell’esecuzione – nessuno applaudiva al finale pianissimo de “La Boheme” credendo che continuasse. La stretta di mano tra il direttore d’orchestra e il primo violino è personificata dal bacio tra le “voci” bandistiche e il Direttore di banda. Consuetudini, convenzioni.
Una curiosità. Le mollette di legno utilizzate per evitare “voli” degli spartiti sono un vezzo necessario, sono la testimonianza dei lunghi viaggi, alcuni dei quali duravano anche mesi, affrontati dai bandisti per l’Italia. Non ritornando a casa, i musicisti dovevano provvedere alla pulizia di abiti e divise e quindi portavano da casa le pinzette da bucato.
Ieri la Banda, quindi, ha regalato ai presenti le note della prima trascrizione di Basilio Giandonato quale Direttore della Banda Comunale di Ruvo di Puglia e il debut del Maestro fu la trascrizione della “Carmen” di Bizet, fu la “Fantasia da Carmen”. Di certo il Maestro si rimboccò le maniche quando, avuto l’incarico, si rese conto che chi lo aveva preceduto aveva portato con sé le proprie trascrizioni delle grandi opere – era una consuetudine, perché gli artisti sono gelosi delle proprie creature.
Il concerto si è concluso con il “Pinocchio” di Livio Minafra , dopo la lettura del testamento spirituale del M° Antonio Amenduni, nel 1925, nel quale esortava a custodire gelosamente e con sacralità il patrimonio musicale della Banda di Ruvo di Puglia perché “audaces fortuna adiuvat semper”.
L’Assessora alla Cultura Monica Filograno e il sindaco Pasquale Chieco erano presenti. Monica Filograno ha apprezzato molto questa collaborazione tra la Banda “Basilio Giandonato” e “Lapecheronza”, segno di un’evoluzione, della sinergia tra associazioni locali senza rivalità e, celiando, ha sottolineato: “Mi avevano detto che i ruvesi hanno la testa dura, sono cocciuti…sappiate che lo sono anche io. Ma stasera ho avuto l’ennesima dimostrazione del grande cuore che vi anima.”