EDILI E AFFINI: “NON SI PUO’ CONSIDERARE IL COVID-19 INFORTUNIO SUL LAVORO”
“Non considerare il Covid-19 tra le malattie per infortunio sul lavoro“: è il grido delle imprese edili e affini di Ruvo di Puglia che, questa mattina, hanno riempito Piazza Matteotti, nel rispetto delle norme anti-contagio.
Attrezzi da lavoro e un’unica famiglia presente: dagli imprenditori ai propri dipendenti. Ruvo di Puglia accoglie la protesta di edili e affini, professioni del settore e di tutte le attività legate a questo settore.
Troppo punitiva una norma che non tiene conto della pandemia internazionale, un nemico invisibile che si può solo combattere rispettando le norme sul cantiere come nella vita di tutti i giorni.
Dimostrare che un proprio dipendente si sia ammalato fuori dagli orari di lavoro resta la grande incertezza che getta nell’incredulità un settore in ginocchio e che stenta a riprendersi, malgrado i quasi trenta giorni di attività sulle spalle dopo il lockdown.
Assente l’amministrazione comunale, presenti Peppino Longo, vicepresidente del Consiglio Regionale, e Domenico Damascelli, consigliere regionale: “In questa protesta non ci sono maglie politiche. Facciamo parte della stessa squadra e ci faremo portavoci della richiesta giusta e palese degli imprenditori“.
“Siamo per la sicurezza sul lavoro, per mettere a punto ogni singolo dettaglio del protocollo, ma non possiamo rischiare anni di lavoro e sacrifici per una norma assurda”, spiegano in coro gli imprenditori.
“Non esiste alcuna differenza – ribadiscono – tra datori di lavoro e dipendenti, siamo tutti una grande famiglia. Lavoriamo al loro fianco ogni giorno, correndo gli stessi rischi. Ci impegniamo ogni giorno affinché sui posti di lavoro si rispettino tutte le norme di sicurezza, in primis per la tutela dei nostri dipendenti. Noi titolari non siamo immuni da Coronavirus, il rischio di essere contagiati è presente anche per noi. Sappiamo quali sono le norme da rispettare e ci impegneremo a farlo per la salute di tutti. Questo, però, non significa che la responsabilità di un eventuale contagio da Covid-19 debba ricadere su impresa e quindi titolare“.