Ecco come sopravvivere alle sfuriate dei bambini, una guida e 3 consigli
Urla acutissime, pianti, strepiti, con i piccoli diavoletti che si gettano a terra prendendo a calci l’aria. Le sfuriate dei bambini sono un problema sempre più diffuso, che lascia spesso i genitori in preda ai sensi di colpa, disorientati e impotenti. Ebbene, la cattiva notizia è che non esiste un antidoto, ma la buona è che a queste scene madri si può, anzi si deve sopravvivere.
“L’aspetto fondamentale è mantenere la calma e vedere le cose nella giusta prospettiva, evitando di farsi mettere in crisi come genitore”, dice all’AdnKronos Salute Francesca Broccoli, mamma di un bimbo di 20 mesi (“che inizia a manifestare i suoi momenti di protesta e opposizione”) e autrice di ‘Lascia che si arrabbi. Capire e affrontare la rabbia di tuo figlio dai 3 ai 13 anni’ (Sperling & Kupfer), in libreria dal 9 febbraio.
Una sorta di mini-guida per genitori, scritta da una psicologa e psicoterapeuta di Bologna che, oltre a svolgere percorsi clinici con individui, coppie e famiglie, offre consulenze sul sonno dei bambini e si occupa del trattamento dei disagi emotivi infantili, con corsi specifici sulla gestione della rabbia infantile rivolti in particolare a genitori e insegnanti.
Ma queste scenate sono una caratteristica recente, o ci sono sempre state? “Secondo me i bambini le hanno sempre fatte, soprattutto in alcune fasi dello sviluppo, tipo i 2-3 anni: la famosa ‘fase del no’, in cui il bambino deve attraversare un momento di opposizione, che fa parte della sua crescita. Poi magari – aggiunge Broccoli – in epoche diverse i genitori si facevano meno domande”. Invece oggi ci sono persone che “vengono messe in crisi, si sentono azzerate o si mettono in discussione moltissimo a causa degli attacchi di rabbia dei piccoli. Anche se sono genitori attenti e sensibili”.
La guida aiutare a sdrammatizzare chi vive tutto ciò come un fallimento personale. “Anche perché il no del bambino, o la sua sfuriata – dice la psicoterapeuta – non deve essere un fallimento del genitore”.
Ma quali sono le possibili cause di questi scatti? Un’educazione troppo severa o permissiva, eventi traumatici, cambiamenti improvvisi, stress, tensioni familiari, modelli comportamentali contraddittori, con tante manifestazioni che cambiano anche in base alla fascia di età: dall’irritabilità ai dispetti, dagli sbalzi d’umore ai disturbi del sonno.
Cosa fare allora? “Mai reprimere d’autorità”, raccomanda Broccoli. La rabbia è un’emozione fondamentale per lo sviluppo emotivo e sociale dei più piccoli, che sono i primi a spaventarsi per quel grumo di malessere – un mostro che li invade – e devono riuscire a comunicarlo. Ma nel modo giusto. Partendo dai casi reali incontrati nella sua esperienza e nei suoi corsi, l’esperta mostra come interpretare i segnali dei bambini e capire le ragioni del loro disagio, dà suggerimenti pratici sulla risposta più opportuna e aiuta a spiegare anche ai piccole come capire, conoscere e gestire la rabbia.
Per imparare a gestire le sfuriate, ecco i consigli dell’esperta:
1) Avere una visione della rabbia del proprio figlio non come un qualcosa di distruttivo, ma come un segnale comunicativo del bambino, una delle modalità con cui sta comunicando;
2) Restare calmi, anche se è difficile. “Non si pretende un atteggiamento zen – precisa Broccoli – ma può aiutare partire dal presupposto che il bambino assorbe e imita ciò che vede intorno a lui: se ci percepiamo snervati, nervosi e irritabili, è naturale che i bimbi agiscano con la stessa irruenza”;
3) Siamo umani e possiamo sbagliare: episodi di rabbia possono capitare anche a noi, basta che poi recuperiamo. E non ci facciamo schiacciare da questa emozione.