E' IL GIORNO DELLA "MADONNA DEL VENTO"
Testo e racconto di Simone Salvatorelli, in vista dell’avvio del corteo processionale a cura della confraternita della Purificazione Addolorata.
La processione della Madonna della Passione meglio conosciuta dal popolo di Ruvo come “La Desolata” fu iniziata nel 1892, quando era Priore il Sig. Adamo Mastrorilli.
Il simulacro impiegato per la suddetta processione con molta probabilità è lo stesso commissionato nel 1794 durante il priorato di Domenico Tambone.
Il manichino a mezzobusto in questione era di scuola napoletana, come ricorda un’ annotazione sul pannello superiore del trespolo, l’abito in seta nera e interamente ricamato in oro con motivi floreali, la croce in legno, con i trilobi dei bracci decorati in ottone.
A distanza di 14 anni, il Priore Sig. Giuseppe Nasti fa rilevare la necessità di intraprendere dei lavori di restauro sulla statua della Desolata. Lo stato di conservazione del manichino, risultava seriamente compromesso, il Nasti durante l’assemblea dei congregati, avvenuta il 30 Dicembre 1906, affermava che : “… in quanto ad un bisogno che richiede l’immagine della nostra titolare M. SS. Addolorata, che per decorso tempo si trova in un occorrente tale da non poter più funzionare a causa di lesioni che presenta la faccia e scortature alle mani e che fatta osservare da persone artistiche, hanno consigliato di farle nuove……”.
All’unanimità l’assemblea approvò la proposta del Priore e nel febbraio dell’anno successivo, nel libro di cassa della Confraternita viene annotata una spesa di 65,00 lire, pagata all’artista Corrado Binetti di Molfetta per la nuova testa e nuove mani della statua della Desolata.
“Corrado Binetti – 1907 fece – Molfetta“. Questa l’annotazione autografa, rinvenuta sulla spalla destra della statua della Desolata.
Il simulacro che attualmente sfila per le strade della città, è costituito da un manichino a mezzobusto, che utilizza lo stesso sostegno a gabbia della precedente statua, con braccia snodabili nel punto di attacco al tronco e nei gomiti. La testa e le mani, in cartapesta policromata, la croce precedente venne sostituita da quella attuale in ferro rivestita con pezzi di sughero.
La Desolata è rappresentata in posizione stante, da sola, ai piedi della croce senza Cristo, dalla quale pende il bianco sudario, con il volto dalla bellezza nobile e delicata, la bocca dischiusa e lo sguardo implorante verso il cielo, i capelli a scriminatura centrale e raccolti con un nodo dietro la nuca. La scena rappresentata, sembrerebbe dunque quella successiva alla deposizione e alla sepoltura di Cristo, quando la Madonna resta appunto sola, abbracciata alla “nuda” croce, quasi a chiedersi il perché di tanta sofferenza e di tanta crudeltà. Il manichino è vestito in gramaglie costituite da un corpetto, gonna e sottoveste in cotone, completati da un ampio velo in pizzo nero.
Alle prime ore del pomeriggio del Venerdì di Passione i congregati della Purificazione-Addolorata cominciano a fluire alla Chiesa di San Domenico dalla quale si snoderà la processione della Madonna .
Nel frattempo la banda si riunisce nella Piazza dell’Orologio dove esegue la prima marcia funebre.
All’ora prestabilita la statua appare sull’uscio della Chiesa portata a spalla da circa quaranta portatori i quali sostengono con la loro quota detta “Spalla” parte delle spese della processione.
All’uscita del simulacro è ormai da qualche anno esattamente dal 2010 che il popolo di Ruvo intona il canto “Preghiera alla Vergine Maria”, composto dal Maestro Rocco Di Rella nel 2009, ispirato dalla preghiera alla B.V. Addolorata donata dal compianto Vescovo S.E. Monsignor Tonino Bello alla Confraternita il 1 marzo 1993.
La banda accompagna con la musica il canto alla Vergine Addolorata, mentre la folla astante partecipa commossa all’evento, che ormai è divenuto elemento imprescindibile della processione stessa.
Una tradizione consolidata nel tempo vuole che l’intero percorso processionale sia accompagnato da folate di vento, ed è per questo che i ruvesi hanno denominato la Desolata con l’appellativo di “Maduònne du Vinde”.
Le prime a sfilare sono le consorelle disposte su due file parallele con l’abitino nero recante le iniziali M e D , Mater-Dolorosa, e velo nero anticipate dal proprio stendardo listato a lutto.
Dietro la Croce penitenziale seguono i confratelli vestiti con camice bianco e tracolla nera sul quale spicca il medaglione riportante a sbalzo l’effige dell’Addolorata e la buffa di colore nero.
Dietro la statua trovano posto i responsabili della Confraternita, seguono le autorità cittadine, i fedeli in fine chiude la banda che scandisce con le marce eseguite il pellegrinaggio della processione lungo le vie cittadine.
Dai balconi pendono lenzuola bianche rappresentanti il lenzuolo dove venne avvolto Cristo dopo essere stato schiodato dalla croce, dagli stessi balconi si notano faretti accesi che illuminano e accompagnano il percorso della processione.
La processione rientra in Chiesa verso le 22:00 tra due ali di folla composta e partecipe.
Per l’ultimo tratto i confratelli si dispongono all’inizio del corteo processionale mentre le consorelle si stringono in devoto e simbolico abbraccio attorno allo loro protettrice.
La banda, insieme ai simulacri è capace di suscitare con le struggenti melodie funebri, sentimenti di pura commozione, e proprio rivolto all’ascolto di questi suoni che dal 1982 il mercoledì che precede la processione della Desolata, la Confraternita organizza nella chiesa di San Domenico in collaborazione con la banda intitolata al maestro Basilio Giandonato, un concerto di marce funebri.
Il maestro Giandonato diresse la prima edizione del concerto il primo aprile dello stesso anno e dedicò una marcia funebre alla Confraternita intitolata “La Desolata”.
Quest’appuntamento richiama a se moltissima gente, ruvesi che sentono proprio l’evento, il quale è entrato con prepotenza a far parte delle tradizioni più seguite e rispettate dal popolo di Ruvo.