Cultura

DUE PREZIOSI VOLUMI DI DON PAOLO IN MOSTRA A PALAZZO CAPUTI

È stata inaugurata ieri mattina la mostra dedicata alla Donazione Don Paolo Cappelluti presso Palazzo Caputi. Un’ora intensa durante la quale sono scorsi fiumi di ricordi legati a una delle figure ruvesi più amate negli ultimi anni, don Paolo Cappelluti, scomparso ben nove anni fa. Quella di ieri, tra l’altro, non è una stata una data qualsiasi: la mostra è stata inaugurata in occasione del suo anniversario di ordinazione sacerdotale e in prossimità del suo onomastico.
Alla presenza di un pubblico sostanzioso, la direttrice del museo, la dott.ssa Teresa De Francesco, il sindaco Pasquale Chieco e l’assessora alla Cultura Monica Filograno si sono alternati la parola. Presenti anche i parenti di don Paolo che si son detti contenti di aver donato queste opere dal valore inestimabile alla comunità ruvese. La direttrice, nonché curatrice dell’evento, ha descritto l’importanza di questa donazione in quanto possibilità di arricchimento del patrimonio bibliotecario ruvese: i due volumi infatti saranno esposti per i prossimi due mesi poi saranno spostati nelle teche della biblioteca così da permettere l’esposizione di altre opere e quindi una rotazione del patrimonio locale.
Sono due volumi di tiratura limitata, dunque ve ne circolano poche copie. È il caso del volume che raccoglie i dati desunti dalle udienze svolte nel 2009 durante l’anno paolino. Curioso è stato quando la curatrice ha mostrato al pubblico come in controluce possano vedersi l’alta filigrana con lo stemma papale e l’anno di lavorazione. Dalle grandi dimensioni, questo volume è tra i pochi in circolazione: uno è al Vaticano, altri sicuramente acquisiti da collezionisti privati e uno, da ieri, conservato alla biblioteca di Ruvo di Puglia: “È un pregio averla qui” dice la dott.ssa De Francesco. Tra l’altro la copertina anteriore e posteriore di questo prestigioso documento sono arricchite da un bassorilievo, opera dello scultore Julio Lòpez Hernàndez. Inoltre, per osservare questi bassorilievi sono stati posti degli specchi sotto il libro che permettono di osservarli anche da vicino.
L’altro volume è un’edizione de I Promessi Sposi, acquisita da Don Paolo nel 2002 (anch’essa di alta filigrana), arricchita di dieci  illustrazioni di Alberto Sughi, pittore bolognese realista, stampate in litoserigrafia. Anche qui, la copertina è adornata da un bassorilievo.
Ma la donazione non finisce qui: la famiglia ha dato alla comunità anche due manoscritti del sacerdote ruvese, molto intimi e suggestivi; sono riflessioni personali sul senso della vita ricevuta e donata, e pensieri sul significato del matrimonio. Riguardo a quest’ultimo, Cleto Bucci, chiamato in causa per raccontare aneddoti su don Paolo, ha affermato di quanto egli, come sacerdote, sia stato avanti di 50 anni. Ha raccontato di come incitò a vivere un nuovo amore un divorziato e molte altre azioni che per la mentalità ecclesiastica di alcuni anni fa erano impensabili. Inoltre, tra i ricordi di Cleto Bucci è emerso anche l’impegno per l’arte ruvese da parte di don Paolo: ha raccontato di tutte quelle volte che ha aperto la cripta di Sant’Angelo, del restauro dell’unico organo 700esco rimasto a Ruvo in Sant’Angelo, lamentando il disuso in questo momento. “L’unico rimorso di don Paolo” dice Bucci, “È stato quello di non aver portato parte del Museo Diocesano a Ruvo”. A questa affermazione l’assessora Filograno ha ribattuto dicendo “Non è detto che rimanga un rimorso” e il sindaco ha sostenuto la questione riferendo di alcune pratiche in corso che, tramite finanziamenti regionali, permetterebbero l’istituzione di una sede ruvese del Museo Diocesano.
Tra i ricordi legati a don Paolo Cappelluti sono emersi anche quelli del sindaco Pasquale Chieco: egli lo ha ricordato tra gli anni della gioventù come uomo buono, gentile e capace di ascoltare, ringraziando poi la famiglia per aver donato un patrimonio così immenso. Il valore di questo è stato preso in considerazione anche dall’assessora alla Cultura Monica Filograno, per la quale la loro presenza innalza lo spessore della biblioteca comunale sia come centro museale sia come luogo di studio e prestito di volumi. Ha poi colto l’occasione per sottolineare come, dagli eventi negativi, quali la pandemia che ha rimandato anche la stessa mostra, si generino sempre degli aspetti positivi. Infatti, riferisce che, durante il periodo di chiusure, si è avuta l’occasione di studiare Palazzo Caputi come centro di ospitalità di tutti i beni artistici ruvesi: dalle opere del pittore Michele Cantatore fino al termine dei lavori di restauro dell’ex Convento dei Domenicani, e del vaso di Talos, attualmente esposto al Castello Svevo di Bari in attesa, anche qui, della fine dei lavori di ristrutturazione di Palazzo Jatta.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Utilizziamo i cookie per offrirti la migliore esperienza online. Accettando l'accettazione dei cookie in conformità con la nostra politica sui cookie.

Privacy Settings saved!
Impostazioni

Quando visiti un sito Web, esso può archiviare o recuperare informazioni sul tuo browser, principalmente sotto forma di cookies. Controlla qui i tuoi servizi di cookie personali.

Questi cookie sono necessari per il funzionamento del sito Web e non possono essere disattivati nei nostri sistemi.

In order to use this website we use the following technically required cookies
  • wordpress_test_cookie
  • wordpress_logged_in_
  • wordpress_sec

Rifiuta tutti i Servizi
Accetta tutti i Servizi