Religione

Don Gaetano Bizzoco si congratula con il seminarista Marco Campanale

Don Gaetano Bizzoco ha voluto sottolineare il gran momento vissuto dal seminarista Marco Campanale, ammesso agli Ordini Sacri lo scorso 5 settembre.
“Amici grande festa è per la comunità, ringraziamo Dio, il più grande tra i seminaristi della comunità parrocchiale, Marco Campanale ha espresso ieri con solennità nella Cattedrale di Molfetta quell’Eccomi così piccolo ma cosi impegnativo e grande che conferisce tre responsabilità forti.
1. La consapevolezza di essere obbediente alla Chiesa.
Perché in questa consapevolezza, cioè nell’ascoltare la madre Chiesa che è Mater et Magistra potrai essere e fare il bene pastorale. Questo bene pastorale è chiaramente espresso dal profeta Isaia: aprire gli occhi ai ciechi, schiudere gli orecchi ai sordi, far esultare di gioia la lingua del muto, far saltellare i zoppi, far scaturire acqua nel deserto, questo è il sacerdote uomo di speranza, vale a dire dopo la passione c’e’ la resurrezione.

2. La volonta di crescere e annuciare la PAROLA di Dio.
Eccomi dice tutta la prontezza della nostra povertà che si lascia plasmare dalla preghierà, come ti ricordava Mons. Felice di Molfetta Vescovo di Cerignola, Ascoli Satriano, la preghiera è lode e tu hai tanti motivi per lodare Dio. Sempre devi ripetere in questo periodo di formazione: Loda il Signore anima mia.
3. La necessità di servire con autorità il popolo di Dio.
L’autorità caro Marco nasce dalla libertà. Ci ricorda san Giacomo apostolo, la fede sia immune da favoritismi personali. I favoritismi bloccano l’annuncio schietto della parola di Dio. Il favoritismo ci fa andare indietro, ci fa passare dal servire al servilismo, cioè avvallare tutto quello che gli altri ci dicono per giusto buono e bello. No! Servire Dio è Amare nella libertà, nella umiltà, crescere nella logica evangelica “Relazione Dono – Amore”.
Marco hai ascoltato con me la pericope evangelica marciana, un invito all’Amore, Gesù ci fa vedere concretamente come si Ama veramente: porta lontano il sordomuto per guarirlo (stare con Gesù), non parla, tocca, si muove, agisce, con determinazione e autorità. Caro Marco, Amare, lo sai è prendersi per mano, non per andare in giro, ma per stringersi in preghiera di lode di ringraziamento per il grande dono che Dio ti sta affidando. Accogliamo l’esortazione di Gesù “Apriti” al Vero, alle amicizie vere, che sono pochissime, direi rare, ma eroiche e ben radicate nell’Amore di Dio. Cara comunità dell’Immacolata, preghiamo Dio Padre buono e fonte di ogni bene e la Vergine Santa dicendo:
Insegnaci ad essere obbedienti alla Chiesa, crescendo nella grazia della Tua Parola, e servendo con Amore libero e umile”.

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