DISASTRO FERROVIARIO, UN MESE DOPO…
Giorni lunghi, terribili, infiniti. Momenti impossibili da rimuovere dalla propria mente.
Ventitrè esistenze che muoiono in uno scontro tra titani, tra giganti. Un mese dopo si rimane in un tunnel senza luce, con la consapevolezza che un pò di Puglia è morta lì in quel tratto della Ferrotramviaria, un tratto con il binario unico tra Andria e Corato.
La gioia, la sinfonia, poi il botto, la disperazione, il pianto… Il verbo “dimenticare” non è contemplato in nessun vocabolario.
Da allora la Puglia si è stretta attorno alle famiglie delle vittime con numerose iniziative atte a far sentir meno il silenzio che c’è attorno.
La giustizia nel frattempo fa il suo corso, partendo dalla consapevolezza che chi ha delle responsabilità in questa tragedia di certo è interiormente morto al momento dell’impatto.
E sicuramente si arriverà a capire ma non a provare che le colpe di tutto ciò vanno ricollegate a dimensioni lontane dall’alt non comunicato. Si parlerà di politica, di soldi spesi differentemente, di binario unico non messo in sicurezza per altri motivi, funeste motivazioni.
Ruvo di Puglia sconvolta dalla morte del piccolo Antonio, la cui storia ha fatto il giro del mondo, accompagnata dal suono della tromba.
La stessa che manca terribilmente a Nicola e Gina: a loro e a tutte le famiglie delle vittime il nostro affetto, il nostro abbraccio.