Disastro 12 luglio, ancora bloccati i 10 milioni di euro di risarcimento
I parenti delle ventitré vittime del disastro ferroviario del 12 luglio scorso, sulla tratta Corato-Andria delle Ferrovie Bari Nord, non hanno percepito alcuno dei 10 milioni di euro promessi, come non sono arrivati i 200mila euro destinati a ogni famiglia, a prescindere dalle necessità economiche. E questo è un pericolo, perché chi versa in condizioni economiche precarie potrebbe “scegliere” di accettare gli accordi transattivi proposti da Ferrotramviaria SpA. Con la transazione si rinuncia, infatti, qualsiasi ulteriore pretesa risarcitoria e, al contempo, a essere attori nel processo.
La spesa dei 10 milioni di euro per l’anno 2016 fu autorizzata con l’articolo 5-bis del D.L. Enti Locali, istitutivo di un Fondo destinato alla «corresponsione di speciali elargizioni in favore delle famiglie delle vittime del disastro ferroviario» e «di coloro che hanno riportato lesioni gravi e gravissime».
Anche ai feriti è destinata una somma proporzionata alla gravità delle lesioni subite e allo stato di effettiva necessità.
La gestione del Fondo stanziato per le vittime e i feriti del 12 luglio, in base alla legge, spetta alla Presidenza del Consiglio, d’intesa con i sindaci dei Comuni di residenza di chi è stato colpito dal disastro.
Una situazione grave, questa, determinata dalle lentezze burocratiche.
Il sindaco di Andria, Nicola Giorgino, e il sindaco di Corato, Massimo Mazzilli, membri della Commissione che stabilisce la ripartizione delle risorse, oltre la soglia minima dei 200mila euro, tra le famiglie delle vittime e i feriti e anche rappresentanti di tutti gli altri Comuni colpiti dalla tragedia, avevano chiesto di anticipare subito i 200mila euro. La loro proposta è passata al vaglio della Presidenza del Consiglio. Ma «ci hanno scritto venti giorni fa per richiederci la documentazione, inviata la scorsa settimana» dichiara il sindaco di Andria.
L’avvocato Renato Bucci, che difende tre parenti di due vittime e due feriti tuona: «È inammissibile che, a sei mesi di distanza dall’approvazione della legge istitutiva del Fondo, non sia ancora stata ufficialmente avviata l’istruttoria e di conseguenza non sia stata erogata neanche la prima tranche. Tutti i dati sono nella piena disponibilità della Procura fin dalle prime settimane successive al disastro e, di conseguenza, sono note anche alle alte istituzioni».
I suoi assistiti, poi, hanno interesse a costituirsi parte civile nel processo per una questione di giustizia.
Pare, infatti, che entro la fine della primavera, si concluderà una prima fase delle indagini.
(Fonte ilfattoquotidiano.it)