"Dimmi a che serve restare" di Maria Pia Romano in lizza per il Premio Letterario "Il Tombolo"
“Dimmi a che serve restare” (Il Grillo Editore) di Maria Pia Romano, scrittrice salentina molto legata a Ruvo, è una delle opere di narrativa “in rosa” in lizza per il premio letterario “Il Tombolo”, giunto alla IV edizione e organizzato dalla Pro Loco di Cantù.
Non è la prima volta che Maria Pia Romano partecipa a questo concorso letterario. Nel 2014 trionfò con l’opera “La cura dell’attesa” (Lupo edizioni).
Sono previste due fasi di valutazione.
Nella prima è il pubblico a selezionare le dieci opere finaliste.
E’ sufficiente, infatti, andare sulla pagina del sito della Pro Loco Cantù, dedicata al concorso e votare il libro prescelto, entro 1° marzo 2016, cliccando per una volta il simbolo “Vote”.
Le opere finaliste saranno valutate da una giuria tecnica, composta da scrittori, giornalisti, presidi di Istituto ed esperti di comunicazione. Dopo questa ulteriore fase selettiva, saranno decretate le tre opere vincitrici.
Ecco la trama di “Dimmi a che serve restare”. Da leggere e da votare.
« Estate 2005: due amici, uno neopatentato, l’altro in procinto di diventare maggiorenne, decidono di trascorrere una giornata in spiaggia e poi di andare al concerto dei Negramaro a Gallipoli.
Adorano quella band e conoscono a memoria tutte le canzoni, ma per uno scherzo del destino non arriveranno mai a quel concerto.
Trascorrono gli anni: l’assenza diventa presenza nel racconto di chi ha amato. Un uomo rivive attraverso i sogni segreti di suo figlio, che si inventa un nome e degli amici immaginari per sfuggire alla paura; attraverso il ricordo del padre, che nel dialogo con il mare affonda le sue malinconie di genitore che vive il lutto più atroce; attraverso i pensieri della donna che lo ha amato per dieci anni, in punta di piedi, scegliendo di restare sullo sfondo.
Maria Pia Romano ci fa dono di una storia d’amore e di mare, il canto di un’assenza, un romanzo ambientato nel Salento, che con i suoi colori e la sua musica diventa luogo dell’anima dei personaggi, anime inquiete in cerca di risposte. Che la vita dà solo quando smetti di chiedere».