DETTAGLIO STORIE DI ECONOMIA CIRCOLARE
Per la mia rubrica settimanale ho scelto un argomento molto attuale, che prende spunto dalla nostra città e va fuori dalle mura. Ovvero i rifiuti. In settimana abbiamo appreso quanto sta accadendo al nostro sistema di raccolta. Ma per invogliare tutti a insistere su una differenziata di qualità e non scellerata, ecco alcune belle storie che meritano di essere raccontate.
LA LANA, DA SCARTO A BAMBOLA GREEN
Rosa e Paola Tortorelli – Puglia
Per realizzare dei perfetti gomitoli ci vuole manualità e tenacia ma allo steso tempo delicatezza, la stessa che serve per accudire le pecore. E’ questo il segreto di Rosa che, finiti gli studi, decide di ritornare alla campagna e alle sue greggi e che con l’aiuto di sua sorella Paola ha diversificato l’attività aziendale trasformando la lana da rifiuto speciale a bambole e bomboniere contadine. Le bambole sono completamente realizzate a mano, con la lana cardata delle loro pecore, colorata con i pigmenti estratti dalle piante tintoree del loro territorio. Ma dalla loro lana nascono anche sciarpe e cappelli, indumenti per bambini e oggetti vari, alcuni dei quali, come il manto delle pecorelle, vengono lavorati con gli utensili di un tempo durante le lezioni per insegnare anche ai più piccoli a lavorare la lana. Insomma Rosa, nella sua Masseria Castelli bio dal 1995, non si sottrae a nessun compito dalla cura delle sue pecore nella stalla, ai trattori per arare e ai i terreni da coltivare per garantire prodotti genuini al loro agriturismo.
ARRIVANO I PRIMI OCCHIALI CONTADINI DALLA LANA AVANZATA
Donato Mercadante – Puglia
Nella fattoria di Donato la lana da rifiuto diventa opportunità ed è così che in collaborazione con il laboratorio Pecore Attive nascono pantofole, gomitoli colorati, porta vasetti e l’ultimo prodotto all’insegna della più assoluta innovazione la montatura per occhiali da vista, elegante e all’ultima moda che sarà proposta sul mercato in differenti colori. In Puglia la lana, in passato, ha dato lavoro e reddito agli allevatori poi con il tempo i materassi non si sono fatti più e la lana è diventata rifiuto speciale da smaltire a pagamento. ‘Pecore attive’ è la start up di Filippo, Masseria la Calcara, invece è l’azienda agricola di Donato, questo incrocio ha dato vita agli occhiali tattili: un’idea che vale il rilancio della lana autoctona, dalla pecora Gentile di Puglia è una nuova strada per l’allevatore che sbarca nel mondo dell’alta moda. Occhiali tattili, perché l’artigianalità che è dietro a questa lavorazione si trasforma in una esperienza di contatto che avviene tanto per le mani quanto per gli occhi, per il piacere dello sguardo oltre che delle dita. Questa lana, ricca di fibre, è garantita dai lunghi pascoli e da un mix di foraggio a secco che restituisce all’animale benessere e un prezioso nutrimento. Sono stati pensati con un design moderno, fasce di lana intarsiate dentro una struttura in acetato, andando a modellare una forma morbida a onda, che ricorda l’ondulazione della lana, come la ruota dentata per la lavorazione. I colori sono quelli naturali del vello delle pecore.
DA PALE DI FICO D’INDIA A PREGIATI AGRIMOBILI
Marcello Rossetti – Puglia
Dalla pianta da frutto che più caratterizza il selvaggio e caldo paesaggio della Puglia, il fico d’India, Marcello Rossetti crea la prima linea di agrimobili, ossia complementi d’arredo interamente rivestiti dalla fibra di questo particolare frutto che viene estratta dalle pale ancora verdi, nel pieno rispetto dei cicli di vita della stessa, attraverso uno speciale procedimento meticoloso ed in gran parte manuale, completamente ecologico senza l’utilizzo alcuno di prodotti inquinanti. Grazie alla cura nella lavorazione ed i trattamenti effettuati che garantiscono una assoluta resistenza nel tempo ciascun mobile risulta autentico ed inimitabile perchè le venature della fibra creano disegni e colori sempre unici, in funzione delle condizioni di crescita della pianta e dell’esposizione della stessa alla pioggia ai venti ed al sole. L’intero processo produttivo si svolge in Italia, all’interno di laboratori artigianali situati nell’area del Salento. Una volta estratta la fibra viene fatta essiccare, acquisendo così la consistenza legnosa che dopo essere stata stagionata è pronta per essere lavorata utilizzando una tecnica simile a quella tradizionale di “impiallacciatura”, seppur con molte differenze e maggiore complessità. Ogni singolo foglio di fibra viene osservato, selezionato e posato sul piano di legno multistrato come un tassello in cerca del suo accostamento naturale. In questo modo va formandosi un mosaico di foglie dalle venature uniche che tratteggiano il piano. Questo tipo di lavorazione – afferma la Coldiretti – fonde in un unico momento la sensibile capacità di creazione artigianale, la cultura e l’esperienza manuale dell’arte dei mobilieri.