Deiezioni canine: guerra agli sporcaccioni. Palazzo Avitaja: «Niente alibi»
Giro di vite, da parte dell’Amministrazione Comunale, per i proprietari e detentori di cani sporcaccioni. E l’aggettivo è riferito non ai pet, ma a coloro che a vario titolo – proprietari, appunto, e dogsitter – li conducono a passeggio nelle aree di sgambamento, nei giardini pubblici, per le strade e non ripuliscono gli spazi dalle deiezioni dei loro beneamati.
Il consigliere comunale Mario Paparella, infatti, già con delega al decoro e all’igiene urbana, informa che «in questi giorni è ripresa l’attività di controllo sulla corretta detenzione di animali da compagnia. Non fatevi cogliere impreparati, portate a seguito gli strumenti necessari per la raccolta delle deiezioni canine e collaborate nel mantenere pulita la nostra terra.
E’ opportuno ricordare che le deiezioni canine si possono gettare anche nei cestini di residui solidi urbani, l’indifferenziato (quelli di colore grigio affissi ai pali, per intenderci), oltre che in quelli appositi di colore verde dedicati, ove ci sono.
Nelle prossime settimane si cercherà di implementare proprio i succitati cestini di RSU di colore grigio, a seguito di un lay-out a cui si sta lavorando in queste ore. Sia beninteso: da adesso in poi non saranno più ammessi più alibi!».
Il controllo e l’attività di monitoraggio sono effettuati dagli agenti di Polizia Locale, in collaborazione con associazioni di volontariato quali le Guardie dell’Ambiente che, sin dall’estate scorsa, hanno coadiuvato l’Amministrazione nell’attività di tutela dell’ambiente e protezione degli animali.
Mario Paparella ricorda alcuni articoli rilevanti del Regolamento comunale “per la tutela, il benessere degli animali e civile convivenza con i cittadini” del 2013, scaricabile dal link o reperibile presso il Comando della Polizia Municipale in Corso Carafa, accanto alla ex Scuola Carducci.
Gli articoli che i proprietari degli animali da compagnia devono imparare a memoria sono l’art. 22 che disciplina l’accesso alle aree pubbliche, l’art. 24 che prevede obbligo e modalità di raccolta degli escrementi, l’art. 43 che prevede sanzioni per chi non vi ottempera. Ma Paparella cita anche l’art. 27 relativo all’iscrizione del cane alla relativa anagrafe, per consentire l’identificazione del proprietario dell’animale. Proprio la mancanza di microchip identificativo, infatti, è tra gli inadempimenti contestati nei verbali redatti negli scorsi giorni dalle Autorità: gli altri sono la mancanza di museruola e di strumenti idonei alla raccolta di deiezioni. Tra l’altro, nel Regolamento c’è l’articolo 28 che disciplina le modalità di detenzione del cane collettivo, il cane di quartiere o cane libero accudito, quello a cui si dà da mangiare e bere e per il quale si costruisce anche un’apposita cuccia di fortuna – basta farsi una passeggiata su Corso Antonio Jatta, in prossimità di via Ugo Foscolo.
Si dà, quindi, maggiore senso e concretezza alla Campagna di raccolta delle deiezioni canine, avviata l‘undici febbraio scorso con cittadini e volontari della Lega Nazionale per la Difesa del Cane Ruvo-Bari in alcune aree della periferia urbana. Attività tanto lodevole quanto poco apprezzata e rispettata dagli sporcaccioni, visto il gran numero di deiezioni sul marciapiede antistante il recinto del Parco di Via Minghetti, una delle aree interessate. Farsi una passeggiata per constatare questo.
L’attività di controllo e monitoraggio sulla corretta detenzione degli animali, che può essere integrata anche dalle segnalazioni di cittadini alle sole autorità competenti, si pone in continuità con quella tesa a identificare, mediante fototrappole, e a punire chi abbandona rifiuti in città e nell’agro ruvese attraverso la campagna “Ripreso e sanzionato”.
Azioni, tutte queste, che dovrebbero costituire un deterrente all’inciviltà. Ma deterrente ancor più efficace sono il buon senso, il senso civico e il rispetto per l’ambiente da parte dei cittadini.
(Foto Internet)