Decimo anniversario di episcopato di S. E. Mons. Domenico Cornacchia
«I prossimi anni? Vorrei vivere la novità del quotidiano fra la gente» e «consumarmi per il prossimo».
Così afferma S.E. Mons. Domenico Cornacchia, Vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-
Egli presiederà la celebrazione eucaristica nella cattedrale di Molfetta, alle ore 19,00, con la partecipazione di S.E. Mons. Giuseppe Mani, Arcivescovo emerito di Cagliari e suo Superiore ai tempi del Seminario Romano, e di S.E. Mons. Felice di Molfetta, Vescovo emerito di Cerignola-Ascoli Satriano, con il presbiterio diocesano e sacerdoti di Altamura e di Lucera-Troia, nonché della sua famiglia di origine.
Mons. Domenico Cornacchia è stato eletto Vescovo di Lucera-Troia da Papa Benedetto XVI il 30 giugno 2007; consacrato il 22 settembre 2007 dall’Arcivescovo Giacinto Berloco, co-consacranti i Vescovi Mario Paciello e Francesco Zerrillo. Il 14 ottobre 2007 ha fatto il suo ingresso a Lucera-Troia. Il 15 gennaio 2016 Papa Francesco lo ha eletto alla sede vescovile di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-
Nel settimanale diocesano Luce e Vita, di domenica 24 settembre (12 pagine con ampio apparato fotografico) , abbiamo voluto condividere la narrazione di questi dieci anni, se pur molto sintetica e non esaustiva, con gli Amici di Lucera-Troia, che ringraziamo di cuore: l’indole umana, l’attenzione al sociale, la visita pastorale, i viaggi nella missione in Brasile, le lettere pastorali, l’attenzione ai seminaristi e al clero…
Oltre otto anni a Lucera, ma tanto altro ci sarebbe da dire di questi primi 19 mesi vissuti a Molfetta: l’apertura delle Porte Sante, il viaggio tra gli emigrati d’America, l’incoraggiamento della missione in Kenya di don Malerba, l’attenzione ai giovani e alle famiglie, alla Comunità CASA, le novità catechistiche, la Consulta delle Aggregazioni Laicali, il nuovo Consiglio pastorale, l’attenzione sociale e al mondo dell’imprenditoria, l’incoraggiamento al settimanale diocesano e alle Comunicazioni sociali… e, soprattutto, il continuo “grazie” a chi gli collabora, la vicinanza informale alla gente, l’invito rivolto al Papa a visitare la diocesi di don Tonino…
Accanto alle luci di un decennio intenso di episcopato, all’insegna del motto “Servire Dominio in Laetitia”, Mons. Cornacchia, nell’ampia intervista, non nasconde i momenti di difficoltà, di scoraggiamento e di «situazioni nelle quali senti davvero di aver perso la bussola, di non essere adatto alla missione che compi nella diocesi». «Il vescovo – prosegue – è uomo come gli altri, è creatura di Dio e dunque non mancano anche per lui momenti negativi. Specialmente quando si prendono decisioni per il bene della diocesi e della comunità, ma esse vengono recepite, all’esterno, fra la gente o dai mass media, come qualcosa di negativo o di punitivo. E quest’ultima fattispecie fa soffrire molto».
Ora lo sguardo si volge in alto e in avanti, entrando sempre più, come Chiesa, nelle pieghe della storia e delle storie, nella geografia delle periferie umane, sociali ed anche ecclesiali, individuando criticità, seminando speranze, coltivando fioriture.
Auguri, don Mimmo, camminiamo insieme!