DA LUNEDI’ LA PUGLIA DIVENTA “GIALLA”
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, alla luce dei dati del monitoraggio settimanale, ha firmato una nuova ordinanza che prevede il passaggio di Puglia e Sardegna in giallo e di Abruzzo, Friuli Venezia Giulia, Piemonte e Sicilia in arancione.
“Ci stiamo avvicinando verso la zona arancione, perché nonostante tutti gli sforzi fatti i reparti di Terapia intensiva sono pieni di persone non vaccinate che ci spingono verso questo colore”.
Così il presidente della Regione Sicilia, Nello Musumeci.
“La Lombardia resta in zona gialla”, conferma il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, tornando a chiedere di “semplificare le norme di quarantena o isolamento sia per le scuole che per i cittadini”.
L’incidenza settimanale nazionale si è stabilizzata mentre cala l’indice di trasmissibilità Rt. L’incidenza è pari a 2011 ogni 100.000 abitanti (14/01/2022 -20/01/2022) rispetto a 1988 ogni 100.000 abitanti (07/01/2022 -13/01/2022) della scorsa settimana. Nel periodo 22 dicembre 2021 – 4 gennaio 2022, l’Rt medio calcolato sui casi sintomatici è stato pari a 1,31 (range 1,00 – 1,83), in calo rispetto alla settimana precedente, quando era pari a 1,56. Varie Regioni hanno però avuto problemi nell’invio dei dati e potrebbe esserci una sottostima. Lo evidenzia il monitoraggio Iss-ministero della Salute.
Resta stabile il tasso di occupazione in terapia intensiva: è al 17,3% (rilevazione giornaliera del Ministero della Salute al 20 gennaio) rispetto al 17,5% della rilevazione al 13 gennaio. Il tasso di occupazione in aree mediche a livello nazionale sale al 31,6% (rilevazione giornaliera del Ministero della Salute al 13 gennaio) contro il 27,1% del 13 gennaio.
Rimane stabile il numero di nuovi casi non associati a catene di trasmissione (658.168 vs 649.489 della settimana precedente). La percentuale dei casi rilevati attraverso l’attività di tracciamento dei contatti è in leggero aumento (15% vs 13% la scorsa settimana). È in diminuzione la percentuale dei casi rilevati attraverso la comparsa dei sintomi (41% vs 48%) mentre aumenta la percentuale di casi diagnosticati attraverso attività di screening (44% vs 39%).
Il maggiore tasso di occupazione dei posti letto per pazienti Covid nei reparti di area medica si registra questa settimana in Valle d’Aosta (al 54,5%); seguono la Calabria (al 40,1%) e la Liguria (al 39,7%). La maggiore occupazione dei posti letto per pazienti Covid nelle terapie intensive si registra invece nella Marche (al 23,9%), seguita dal Friuli Venezia Giulia (al 22,9%) e dal Piemonte (al 22,8%). E’ quanto emerge dai dati della scheda sugli indicatori decisionali che accompagna il monitoraggio settimanale dell’Iss e ministero della Salute, visionato dall’ANSA.
E’ Bolzano che registra il valore più alto dell’incidenza in Italia, pari 3.468,7 (in crescita rispetto a 2.538 della scorsa settimana) a fronte del valore nazionale di 2.011, dato riferito al periodo 14-20 gennaio. Segue Trento con 2.797,2 (in crescita rispetto a 2.715,9 della scorsa settimana e l’Emilia Romagna con 2.797,2 contro 2.783,7 di 7 giorni fa. Il valore più basso è in Sardegna con 594,6 anche questo in crescita rispetto a 553,7 della settimana precedente.
Continuano a crescere velocemente, trainati dalla variante Omicron, i casi di Covid-19 tra medici, infermieri e altri lavoratori della sanità. Negli ultimi 30 giorni sono stati 47.607 a fronte di 3.412.930 casi complessivi di infezione da Sars-Cov-2 in Italia. E’ quanto emerge dai Dati della Sorveglianza integrata Covid-19 in Italia, a cura dell’Istituto Superiore di Sanità, aggiornati al 20 gennaio. I dati di una settimana fa, aggiornati al 13 gennaio, riportavano 2.432.925 casi totali nella popolazione registrati nei 30 giorni precedenti e, di questi, 34.446 tra gli operatori sanitari.
“È necessario cambiare i parametri di una pandemia che cambia”. Lo ha detto il presidente della Regione Fvg e della Conferenza Regioni, Massimiliano Fedriga, a margine di una donazione della Despar all’Ospedale Burlo Garofolo. “La zona gialla e arancione sono da eliminare, superate dai decreti messi in campo e penso anche che dobbiamo cambiare modo di approcciare alla pandemia”. Fedriga fa appello al “buonsenso”: pensare di “affrontare la pandemia come due anni fa sarebbe un fallimento. Vanno protetti gli ospedali e convinte le persone a vaccinarsi. Non sprechiamo la preziosissima forza lavoro sanitaria per fare dei tamponi inutili”