Curiosità sulla statua degli Otto Santi. Ecco come è giunta a noi
Questa notte, alle 2.30 del mattino, la notte ruvese sarà illuminata dalle fiaccole dei ruvesi radunati in attesa degli “Otto Santi”. Il gruppo statuario è forse tra i più grandi della Settimana Santa ruvese; alle sue spalle si erge una lunga storia che per l’occasione affidiamo alle voci di Domenico Tambone e Giuseppe Altamura della Confraternita Opera Pia San Rocco.
Nonostante la confraternita di San Rocco sia la più antica ancora in attività, è stata l’ultima a dotarsi di un simulacro da inserire nel giro delle processioni penitenziarie della Settimana Santa. Non si conoscono le somme versate per l’acquisto del gruppo statuario, ma invece si conosce bene la volontà della confraternita di possedere un gruppo capace di impressionare pienamente il popolo ruvestino una volta portato in processione. Nel 1919 il sodalizio commissionò la creazione di un simulacro da portare in processione durante la Settimana Santa raffigurante il trasporto di Cristo al sepolcro e, come già detto, capace di impressionare.
Altra finalità che conseguiva la realizzazione dell’opera, riguardava soprattutto il tornaconto finanziario a favore della confraternita: un’opera infatti di tale portata avrebbe sicuramente portato offerte da parte dei devoti. La statua fu realizzata dal leccese Raffaele Caretta, a devozione della nobildonna Rosina Ruta de Tommaso: il maestro cartapestaio si ispirò al dipinto di Antonio Ciseri raffigurante il Trasporto di Cristo al sepolcro, traendone un gruppo statuario in cartapesta che rende bene l’idea della drammaticità e del dolore del momento, però il Caretta si discostò dal pittore italo-svizzero plasmando un san Giovanni ancora giovane e imberbe e piazzando un angioletto al di sopra del gruppo di cartapesta. Nel 1920, come testimonia la scritta presente ai piedi della Maddalena, “Cav. Caretta Raff. Lecce 1920”, il simulacro giunse a Ruvo nella versione definitiva: tuttavia la confraternita, per spettacolarizzare maggiormente il gruppo statuario, aggiunse personaggi e modificò radicalmente la statua utilizzando manichini in cartapesta vestiti con abiti e parrucche. Ben presto però si tornò al simulacro attuale: il gruppo statuario ha uno sviluppo orizzontale da sinistra a destra e per evidenziare la discesa del gruppo dal Monte Golgota, Caretta ha modellato il basamento in modo da essere più alto nella parte finale del gruppo. La sera del Giovedì Santo del 17 aprile 1920, l’imponente simulacro comparì al di fuori della piccola porta della chiesetta di san Rocco, sebbene l’opera, per i primi dodici anni, fosse stata allocata nella grande nicchia dell’appena consacrata chiesa del Redentore (dove oggi trova posto il simulacro della Madonna del Rosario), fin quando nella chiesa madre della confraternita non fu creato l’esistente vano. L’impatto con la popolazione fu immediato e straordinario ma soprattutto consolatorio: le mamme e le famiglie che avevano perso i propri figli in guerra ben si identificavano nel dolore della sconvolta e pallida Maria Addolorata ed il trasporto al sepolcro di Cristo si ergeva a sostituto dei tanti funerali mancati per i giovani, i mariti e i padri caduti al fronte. L’atmosfera carica di pathos e suggestione che accompagna la processione degli Otto santi, l’ha fatto divenire il simulacro simbolo della Settimana Santa ruvestina. Il gruppo statuario è definito degli Otto santi, poiché otto sono le figure che lo compongono: Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea che trasportano Gesù, avvolto nel sudario, trattenendolo per i piedi; un giovanissimo san Giovanni che sostiene il lenzuolo alle spalle del Cristo esanime; Maria con gli occhi rivolti al cielo e la corona di spine in mano, pallida e stravolta dal dolore, è sostenuta da Maria di Cleofa affiancata da una penitente Maria di Magdala e da una piangente Maria Salomè.
Tra ottobre 2001 e marzo 2002 il gruppo scultoreo ha subito degli importanti lavori di restauro che hanno consentito di riportare il simulacro ai colori originari e di rimuovere strati aggiuntivi e superflui di cartapesta. Nel mese di ottobre 2011, sulla facciata della chiesa di san Rocco è stata sostituita la vecchia vetrata a semicerchio con una vetrata policroma raffigurante il gruppo statuario degli Otto Santi. Tra l’aprile del 2013 e il febbraio del 2014, il simulacro è stato nuovamente restaurato, correggendo le cromature e mettendo in risalto alcuni dettagli.