CRISTINA, MARIAPIA E MARIA E LA LORO MATURITA’ DA 100 PRESSO IL LICEO LINGUISTICO D’AREZZO
“Il vero esame – hanno affermato le tre studentesse – lo abbiamo affrontato durante i lunghi mesi di lockdown. E’ stato un periodo molto difficile e di grande incertezza in cui abbiamo ristabilito le nostre priorità. Fondamentale per noi alunni è stato il prezioso supporto della Direttrice Minafra e di tutti i docenti”.
Cristina Chindemi, Mariapia Frisari e Maria Campanale, studentesse diplomate qualche giorno fa presso il Liceo Linguistico Guido D’arezzo della nostra città, hanno raccontato alla nostra redazione il loro lungo percorso che le ha condotte all’esame di maturità, brillantemente superato con la votazione di 100/100 e anche la lode per quest’ultima.
“E’ stato un anno scolastico particolare – ha affermato Cristina – nessuno di noi avrebbe mai potuto lontanamente immaginare quello che sarebbe successo da marzo in poi. Ci siamo ritrovati, da un giorno all’altro, catapultati in una realtà completamente nuova e terribile, a causa dell’emergenza sanitaria che sta imperversando in tutto il mondo. In brevissimo tempo – ha raccontato – ci siamo dovuti abituare a un nuovo modo di intendere e fare scuola. Abbiamo scaricato nuove applicazioni e familiarizzato con programmi che prima non conoscevamo. Il vero problema è consistito nel fatto che molti di noi non avevano a disposizione gli strumenti tecnologici necessari per affrontare la didattica a distanza o, pur avendoli, dovevano condividerli con altri loro familiari”.
Nel dramma di quei lunghi e interminabili giorni chiusi in casa, nell’inquietudine provata nell’ascoltare le tristi notizie che venivano comunicate dai tg, lo studio, per molti studenti, ha rappresentato un autentico momento di evasione dalla realtà.
“Studiare – ci confessa Cristina – era un modo per scappare da una realtà quanto mai triste. Non sempre è stato facile trovare la giusta concentrazione, quello che vedevamo in televisione ci turbava molto. Tuttavia, almeno nelle ore in cui ci dedicavamo allo studio era più semplice non pensare a quello che stava accadendo nel nostro paese. E’ stata sicuramente una esperienza molto forte che ci ha costretti a pensare tanto e a ristabilire le nostre priorità”.
Non solo la paura del contagio e l’incertezza per il futuro, ma, dalle parole delle tre ragazze, è emerso anche il dispiacere per non aver vissuto insieme ai compagni e ai docenti gli ultimi mesi di scuola. “Ci è mancato tanto stare insieme, condividere gli ultimi mesi su quei banchi e l’ansia per l’esame di maturità – hanno raccontato – così come anche confrontarci sui voti e aspettare il suono dell’ultima campanella”.
Poi, finalmente, passata la fase più critica dell’emergenza, è giunto anche il tanto agognato momento di ritrovarsi. “Ci siamo rivisti tutti insieme qualche giorno dopo la fine del lockdown ed è stata un’emozione strana. Da un lato, eravamo felicissimi di ritrovarci – ci ha confidato Cristina – dall’altro, non sapevamo come comportarci. Vedersi dal vivo, dopo mesi in cui avevamo visto i nostri volti solo dietro schermi di pc o cellulari è stato alquanto strano. Ci siamo resi conto che non eravamo più abituati ad avere rapporti sociali con gli altri”.
Un ruolo determinante e diverso dal solito è stato quello giocato dai docenti e della Direttrice Minafra in questi lunghi e difficili mesi.
“La Direttrice e gli insegnanti – ha affermato Maria – sono stati un importante punto di riferimento per noi ragazzi, in un momento così tanto strano, in cui ci sentivamo prigionieri. Ci mancavano tanto gli scherzi tra di noi, la condivisione tra i banchi di scuola e, più in generale, la nostra quotidianità. Siamo costretti, in brevissimo tempo, a rivoluzionare il nostro modo di vivere. Restare a casa, tuttavia, era l’unico modo per valorizzare e non rendere vani i sacrifici e il tanto lavoro svolto da medici e infermieri, veri eroi di questa emergenza che hanno lottato in prima linea per salvare quante più vite possibili”.
Per i maturandi 2020, però, c’è stata un’incognita in più. Solo un mese prima dell’inizio degli esami di Stato, infatti, si sono andate delineando le modalità di svolgimento degli stessi. Durante i mesi di lockdown gli alunni della quinte classi hanno vissuto, quindi, nell’incertezza di conoscere quali sarebbero state le loro sorti: esame in presenza o da remoto? Prove scritte o solo una orale? Commissari interni o esterni?
“Per cinque anni siamo stati preparati per affrontare un esame del tutto differente rispetto a quello che, alla fine, abbiamo sostenuto – ha riferito Mariapia – Molti dicono che noi, maturandi 2020, siamo stati più fortunati rispetto a quelli degli anni precedenti, in ragion del fatto che abbiamo sostenuta la sola prova orale e non anche quella dei tre scritti. Ciò non è assolutamente vero. Vivere con l’incertezza in merito alle modalità di svolgimento del nostro esame di maturità è stato terribile. L’unico vantaggio è stato quello di avere la commissione composta da commissari interni con il solo Presidente esterno”.
Le tre ragazze, infine, si sono dette molto soddisfatte sia per l’esito dell’esame finale sia, più in generale, per tutto il percorso scolastico. A proposito di ciò, hanno voluto esprimere, tramite la nostra redazione, un ringraziamento particolare alla Dirigente Gina Minafra e a tutti i professori che li hanno guidati in un percorso di crescita non solo professionale ma anche umana.
Archiviata la maturità, per le tre ragazze è già tempo di pensare al percorso universitario da intraprendere. Cristina è decisa, si iscriverà alla facoltà di Giurisprudenza, Mariapia continuerà il suo percorso nello studio delle lingue, mentre Maria ha già iniziato a studiare per i test d’ingresso per la facoltà di Infermieristica.