UN INFERMIERE RUVESE: “UN URAGANO CHE CI HA INVESTITO MA NON TRAVOLTO”
La lettera di un infermiere in prima linea presso il nosocomio di Andria. Scrive:
“Quando si pronuncia questa parola gli stati d’animo sono differenti, c’è chi e arrabbiato, c’è chi e triste, qualcun altro avverte immenso dolore, vi è disorientato, comunque in noi ha lasciato un segno indelebile e chiunque vuole cancellare questa parola o questo anno dai propri ricordi.
Lavorare a stretto contatto con questo mostro, è stata e continua ad essere, una lotta quotidiana che bisogna vincere comunque anche se questa lotta porta a delle perdite.
La mia esperienza di questo anno è stata unica e straordinaria, lavorare in una unita operativa quale e il PS MCAU di Andria ha dato a me e ai miei colleghi tanta forza e tanta volontà per superare le difficoltà che si sono presentate.
Quando abbiamo cominciato a sentire parlare di covid-19 tutti abbiamo preso la cosa sotto gambo tanto, abbiamo pensato che non ci avrebbe minimamente toccato invece poco dopo come un uragano si è scatenato.
Sono cominciati gli accessi con i casi sospetti o positivi e non eravamo pronti in quanto non eravamo forniti in maniera sufficiente di dpi (dispositivi di protezione individuale) che ci sono stati forniti poco dopo ma intanto cominciavano i contagi tra gli operatori che mettevano a dura prova coloro che non essendo stati contagiati dovevano fare anche doppi turni per non far trovare il servizio di assistenza inadeguato.
Intanto si andava avanti per la strada intrapresa avendo come obbiettivo il superamento di questa fase, cosa che dopo diverso tempo si riusciva a raggiungere sempre con le dovute attenzioni, ma l’uragano aveva fatto credere che si sarebbe spento, magari, ma in modo impetuoso si è ripresentato frutto anche del comportamento irresponsabile che si è avuto nel periodo estivo comportandosi in modo sconsiderato.
Ed ecco che in autunno impetuoso è ritornato a presentarsi ma stavolta in modo più cruento, e questa volta è stato molto impegnativo affrontare questo nemico anche perché il PS MCAU di Andria e diventato senza volerlo COVID in quanto gli accessi hanno superato ogni limite, ma soprattutto 20-25 pazienti stipati in pochissimi spazio senza alcun comfort e un minimo di dignità che ogni malato deve avere.
Comunque quello che non è mai mancato è l’affetto e la vicinanza ad ognuno di loro, e quando qualcuno ci “lasciava”, un grande dolore e una grande tristezza entrava dentro ogni operatore perché non si era riusciti a raggiungere un risultato positivo.
Stiamo purtroppo continuando a vivere questa situazione, augurandoci che possa finire al più presto e pregando Dio che ci guardi ogni giorno e ci preservi da ogni male.
Il mio invito è che tutti possiamo continuare ad essere responsabili dei nostri comportamenti a tutelare coloro che sono più deboli e se anche ora ci dobbiamo privare di qualcosa alla fine con l’aiuto di Dio supereremo ogni difficoltà.”
Francesco Marinelli
Infermiere PS MCAU Andria