Cosa sappiamo della relazione tra gioco legale e illegale
C’è più di una semplice relazione tra gioco legale e illegale, in Italia come in Europa. C’è un rapporto ambivalente, consequenziale. C’è un filo legato in maniera doppia, per cui se cala il primo ovviamente cresce il secondo, quasi fossero due vasi comunicanti.
Per entrare nel dettaglio di questa relazione, però, dobbiamo partire da alcune definizioni. Il gioco legale è quello pubblico, trasparente, responsabile, che in Italia è gestito da ADM, l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli di Stato, e al cui interno rientrano tutti i casinò online AAMS. Stiamo parlando, in questo senso, di una vera e propria industria che da un lato offre lavoro a migliaia di professionisti, dall’altro garantisce un gettito costante all’erario statale.
Per gioco illegale, semplicemente, si intende tutto quello che non rientra nel circuito ufficiale e che spesso è in mano alle associazioni mafiose. Una delle differenze sostanziali tra piattaforme legali e non legali è quella della presenza della certificazione che si deve ottenere per rientrare nel novero ufficiale. I siti che offrono gioco d’azzardo devono infatti rispondere ad alcuni prerequisiti di sicurezza dell’utente, di sicurezza della piattaforma, di sostegno ai giocatori in caso di dipendenza, di tracciabilità e protezione di dati economici e salvaguardia di quelli personali.
Insomma, il gioco legale è il baluardo della lotta all’evasione, ai reati informatici, alla criminalità online e non solo. Ma in Italia pochi hanno capito che colpendo il comparto legale, si fa un favore a quello proibito. “Quest’espulsione del gioco pubblico dal territorio – ha spiegato il direttore per i giochi di ADM, Stefano Saracchi, ai microfoni di Pressgiochi qualche giorno fa – ha permesso al gioco illegale di raccogliere una fetta di mercato molto, ma molto rilevante. Se allarghiamo le maglie, avendo comunque un chiaro segno di applicazione delle norme, noi possiamo sapere tutto: dalla scommessa di un euro fino a quella di milioni di euro”. Anche perché il gioco illegale è pericolosamente in aumento nel nostro paese: l’ISTAT ha infatti parlato, durante i lavori della Commissione d’Inchiesta sul gioco illegale, di oltre 8 mila aziende attive nel gioco proibito e oltre 37 mila addetti.
Un giro d’affari multi milionario, con soldi che vanno a finire direttamente nelle tasche delle cosche mafiose. Per questo bisogna investire in prevenzione, in contrasto al gioco illegale. E la via più semplice e rendere più forte, più sicuro, più accessibile e più trasparente quello pubblico.