CORREVA L’ANNO 44 D.C.: SAN CLETO BATTEZZA I PRIMI CRISTIANI RUVESI
Domenica 26 aprile ricorre la commemorazione di San Cleto, primo vescovo della Diocesi di Ruvo di Puglia e terzo Papa della Chiesa Cattolica.
Il culto di San Cleto, patrono minore del nostro paese, deriverebbe da un’antica leggenda tramandata di secolo in secolo. Secondo la stessa, infatti, San Pietro, intorno al 44 D.C., in uno dei suoi innumerevoli viaggi, sarebbe passato anche da Ruvo di Puglia dove, al fine di evangelizzare il popolo rubastino, avrebbe designato San Cleto quale Vescovo della città. A quest’ultimo sarebbe stato affidato, in particolare, il compito di costituire uno stabile nucleo cristiano nel nostro paese.
Sempre secondo tale leggenda, pare che luogo di incontro tra i primi cristiani ruvesi fosse stata la cosiddetta “Grotta di San Cleto” che, con ogni probabilità, altro non era se non una cisterna di epoca romana usata per l’approvvigionamento idrico della città o per rifornire un vicino impianto termale.
Questo luogo, situato al di sotto della Chiesa del Purgatorio, ben presto divenne rifugio per i primi cristiani del nostro paese che, per scappare alle persecuzioni nei loro confronti, costruirono numerosissimi cunicoli utili per l’eventuale fuga. Secondo la tradizione, fu proprio in quella grotta che, intorno al 44 D.C, il primo Vescovo della Diocesi di Ruvo di Puglia, oltre a svolgere le varie celebrazioni sacre, sottopose a battesimo i primi cristiani della nostra città.
Al santo, morto martire nel 92 D.C., venne dedicata in epoca medievale anche una piccola chiesetta edificata sulla struttura ipogeica da tutti ormai conosciuta come la “Grotta di San Cleto”. Nella stessa, almeno sino ai primi del 1600, operava la Confraternita degli Incappucciati di San Cleto, la prima congregazione esistita a Ruvo di Puglia.
Tuttavia, in ragione dell’assenza di fonti storiche documentate, non è certo se San Cleto sia stato, effettivamente, il primo vescovo della Diocesi di Ruvo. La diffusione della leggenda del Santo quale, appunto, fondatore della Diocesi rubastina deriverebbe, infatti, dalla volontà del papato in età normanna di ricondurre all’ortodossia le chiese greche del sud, stabilendo un diretto e antico legame con la chiesa romana. L’unica certezza, pertanto, riguarda la sua carica di Papa. Nella cronologia Pontificia, infatti, San Cleto viene indicato come Terzo Pontefice Massimo.