Controlli militarizzati nelle campagne per combattere lavoro nero e caporalato penalizzano i virtuosi
“Sì ai controlli, ma quanto sta accadendo in campagna ostacola il regolare svolgimento dell’attività agraria e crea un clima di presidio militarizzato. Negli ultimi giorni ci sono giunte numerose segnalazioni da parte degli imprenditori agricoli impegnati nella raccolta dei prodotti ortofrutticoli a Rutigliano, Noicattaro, Conversano, Adelfia e dell’agro circostante, le cui produzioni sono state colpite tra l’altro da fenomeni calamitosi di inusitata gravità, che stanno subendo controlli interforze sulla stessa azienda agricola, una sorta di caccia all’uomo dove ad essere controllati sembrerebbero essere sempre gli stessi”. Così ha esordito il Delegato Confederale di Coldiretti Bari, Angelo Corsetti, che ha denunciato in Prefettura quanto sta accadendo in campagna. Consegnato un documento che punto per punto fotografa la difficile situazione che stanno vivendo gli agricoltori impegnati nella raccolta di frutta e ortaggi.
“Coldiretti Bari ha espresso più volte, dimostrando con i fatti la volontà di aiutare a contrastare i fenomeni di lavoro irregolare e caporalato – ha spiegato il Direttore Corsetti – la piena disponibilità ad affrontare in maniera costruttiva la delicata tematica del lavoro in agricoltura, a beneficio delle imprese agricole associate, denunciando al contempo le azioni repressive e vincolistiche generalizzate, piuttosto che premianti della condotta positiva delle imprese associate che hanno accettato un percorso di legalità, sottoponendosi volontariamente a certificazioni stringenti e sopportando quotidianamente e in solitudine la concorrenza sleale di quanti fanno ricorso al lavoro nero, per creare un contesto sociale virtuoso da cui estromettere quasi naturalmente fatti e comportamenti non rispettosi delle regole”.
Il settore agricolo è caratterizzato da rapporti di lavoro di breve periodo, tra l’altro, condizionati dagli eventi climatici.
“Abbiamo chiesto per questo al Prefetto di Bari di attivarsi per la declaratoria di stato di calamità naturale – ha aggiunto il Direttore di Coldiretti Bari, Marino Pilati – già sollecitata nei giorni scorsi con un telegramma. Le imprese agricole sane e serie non possono subire l’ennesimo danno, oltre al già grave limite alla competitività legato agli alti costi di produzione, compresi quelli degli oneri sociali ancora calcolati su una busta paga presunta e non reale. Secondo un’inchiesta condotta dal GEOPA–COPA, solo la Francia supera l’Italia in fatto di costi degli oneri sociali”.
Caporalato e lavoro nero sono vere e proprie azioni criminose perpetrate sul territorio che nulla hanno a che fare con l’imprenditoria agricola sana, dove la mancanza di legalità mette a rischio la stessa convivenza sociale ed economica.
“E’ necessaria una risposta decisa per evitare che si confondano – ha concluso il Direttore Pilati – la qualità dei prodotti ed il percorso di trasparenza intrapreso dalle imprese agricole con le immagini di criminalità e schiavismo con cui la vera agricoltura della provincia di Bari non ha mai avuto a che fare. I controlli, tra l’altro, non devono riguardare i soliti noti, le aziende agricole che hanno già abbondantemente consolidato un percorso di correttezza dei rapporti di lavoro”.