Attualità

CONSEGNATE LE UOVA DI PASQUA PER IL PEDIATRICO “GIOVANNI XXIII”

Consegnate le uova acquistate su iniziativa di Giuliano Chiarulli. Doppia finalità: sostegno a un’attività commerciale ruvese e gesto solidale. Le cinquanta uova sono state consegnate nel pomeriggio di sabato dal promotore dell’iniziativa, accompagnato dai fratelli Pellicani, titolari dell’American Bar, e dai volontari della Pubblica Assistenza Ruvo Soccorso, presieduta da Domenico cassano hanno effettuato la donazione e consegna presso l’ospedale Pediatrico Giovanni XXIII di Bari.

Una storia fatta col cuore di chi sente di essere su una barca universale. Da una parte l’emergenza sanitaria, dall’altra quel economica. Giuliano Chiarulli ha pensato di alleviare entrambe con un’iniziativa solidale degna di nota. Coinvolgere i propri amici nell’acquisto di 50 uova da destinare all’ospedale pediatrico “Giovanni XXIIII” di Bari” con il duplice scopo: regalare un sorriso ai bambini costretti a vivere la Pasqua in ospedale ed evitare che le uova di Pasqua di un bar siano andate perse.

Il tutto è partito con un postcard inviato ai suoi amici: “Un’attività chiusa dal DPCM 11 marzo 2020 è impossibilitata a vendere le uova di Pasqua ordinate e acquistate prima della serrata. Ho pensato che comprare l’intero carico di uova pasquali potrebbe significare per quegli esercenti un grattacapo in meno. Se vuoi unirti a questo gesto solidale, contttami”.

La risposta è stata superlativa e ben 50 uova sono state acquistate: “Il disagio delle attività chiuse da decreto e’ ben noto a tutti. A tal proposito ho pensato ad una iniziativa di solidarietà. Ho sollecitato un po’ di amici a comprare delle uova di Pasqua di una attività, un bar nella fattispecie, per evitare che quelle uova andassero gettate o al massimo rese ai fornitori, nella migliore delle ipotesi. E’ bastato qualche sms per acquistare poco più di 50 uova. Le stesse, sabato le porterò in dono ai bambini ricoverati all’ospedale Giovanni XXIII”. Da un lato abbiamo aiutato un’attività a pagarsi una fattura, per dirla in soldoni. Dall’altra abbiamo donato un sorriso ai piccoli ricoverati”.

“Il momento – racconta – in cui l’esercente accetta l’iniziativa e quello in cui il direttore dell’unità di crisi del XXIII accetta la proposta, nonostante il complicato momento, sono stati per me estremamente emozionanti”.

“Siamo sulla stessa barca, ripartiamo dalla solidarietà” è il suo motto: “Chi ha qualcosa in più, chi è più fortunato (ed io oggi mi reputo tale) la metta a disposizione di chi vive una condizione di precarietà. Se questo poi concilia col sorriso di un bambino, probabilmente il vero eroe di tutta sta storia, credo sia il massimo che possa capitare”.

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