CONCLUSA LA PRIMA FASE DEL PROGETTO “TOH IL PANE QUESTO SCONOSCIUTO”
Si è conclusa, con l’anno scolastico, la prima fase degli incontri e laboratori sul progetto del pane, elaborato e curato dalla Fondazione ”Angelo Cesareo”, nell’ ambito del programma “Ruvo Solidale Genera Bellezza” promosso dall’Assessorato al Benessere e Giustizia Sociale del Comune di Ruvo di Puglia.
L’approccio è stato culturale e intergenerazionale. E i suoi destinatari e interpreti sono stati i bambini di alcune classi del Primo Circolo Didattico” Giovanni Bovio” e del Secondo Circolo Didattico ” Giovanni Bosco”, i ragazzi del “Centro per minori ” e de “Nel Regno di Oz “.
Collaboratori imprescindibili e promotori, i maestri e insegnanti.
Paolo Berardi, Giacomo Scarimbolo, Domenico De Cillis ne sono stati gli esperti formatori e nuovi maieutici “lievitatori”.
Gli operatori di audiovisivi, il regista Michele Pinto e Raffaele Tedeschi, gli attenti occhi e sguardi per possibili storie e sceneggiature…
L’impasto del progetto si è offerto come ricerca sperimentale, per un percorso in cui il pane resta, fondamentalmente, nelle sue valenze, simboli e nei suoi significati storici, un assoluto sconosciuto.
Sperimentale perché, in questi mesi, si è cercato di promuovere un’attenzione al pane che lievitasse, però, come progressiva scoperta dei bambini e dei ragazzi, e che partisse dal loro mondo fantastico e dal loro contesto sociale e familiare, si generasse con la loro immaginazione, con differenti linguaggi espressivi.
Così, se, nella prima fase, le”pagnottelle” (chiamiamo così i bambini e i ragazzi attori del progetto), attingendo ai linguaggi dei racconti e del fiabesco, si sono fatti investigatori e detective del pane, con il significativo sostegno di maestri e insegnanti, cercando il pane nelle fiabe e nelle filastrocche, facendosi anche curiosi “studiosi” interrogando e ascoltando i loro nonni, muovendosi nel mondo delle diverse affabulazioni, dei differenti racconti, dei tanti proverbi, negli ultimi mesi dell’anno scolastico, quelle pagnottelle, nel frattempo, già un po’ cresciute, hanno incontrato i maestri “lievitatori” esperti. E con loro il mondo del pane si è fatta altra e nuova magia.
Con Paolo Berardi, la magia, anche con l’uso di interessanti audiovisivi, si è manifestata come storia del pane che si perde nella notte dei tempi e che, dal seme e dal grano, viene, miracolosamente, al mondo, e, attraverso il magico incontro tra farina, acqua, lievito, “per incanto”, si fa pane. Ha parlato anche, Paolo, con semplici esempi e illustrazioni, dei diversi tipi di farina, mostrando, poi, come un impasto lievitasse.
Con Giacomo Scarimbolo, la magia è diventata racconto personale, storico e affabulatorio del mondo di “una volta”, di una civiltà contadina, povera e dignitosa, in cui il pane, nel rito settimanale e delle feste, si faceva in casa, con le braccia massicce di possenti donne massaie, l’impasto veniva fatto lievitare anche “coricandolo” e adagiandolo sotto le coperte, ai piedi del letto di nidiate di bambini. Giacomo ha raccontato anche quando a Ruvo c’erano circa ventuno forni e preparare un forno era un’arte… È il caso di dire “C’era una volta”. Ha narrato come da ragazzo, dopo essere stato ritirato da scuola, per ragioni economiche e familiari, faceva, sulla bicicletta, il “corriere” fornarino del pane, ritirando, al mattino presto, al grido “la mnenn, ci è fatt r’ pone”, gli impasti e consegnando, poi, il pane e i tegami sfornati alle famiglie.
Con Domenico De Cillis, la magia si è fatta, poi, racconto delle varie forme di pane, dei profumi e degli aromi, dei diversi modi in cui il pane poteva essere servito a tavola, dei tanti mondi che quel pane evocava e raccontava, contro la odierna omologazione e la industrializzazione di un pane seriale, di un mondo di brioches e di panini “usa e getta” destinati a indurire dopo poche ore…
I bambini e i ragazzi, attenti e affascinati da quelle storie “magiche”, non solo ponevano domande, facevano proprie curiose ed interessanti osservazioni, ma si sono fatti protagonisti di esperienze sul pane con disegni e storie da loro realizzati e raccolti, col sostegno degli insegnanti, in veri e propri “Diari di bordo”, si sono fatti interpreti, anche con letture ed estemporanee scenette, dei tanti modi in cui il pane poteva essere detto e poteva esprimersi.
Anche attraverso queste pagnottelle il pane ha parlato, si è detto, si è, questo sconosciuto di casa, presentato e narrato…
Altri momenti, tra cui un incontro con i nonni che sono stati intervistati in un aperto dialogo, un incontro con altri panettieri per una dimostrazione sulla produzione del pane, hanno arricchito un percorso di progressiva scoperta in cui, contro la perdita delle differenze dei sapori e dei profumi del mondo del pane, contro l’apatia, l’ ignoranza, il conformismo e l’indifferenza nella ricerca di altri gusti sussurrati dalla tradizione e dalla memoria storica, il lievito che si è cercato di promuovere nei bambini e ragazzi è stato quello della curiosità, della scoperta di quanta magia e bellezza vive nel nostro pane quotidiano.
Contro gli stregoni del pane e per la sua magia…
Per future pagnottelle che un giorno lieviteranno…
Al prossimo anno, con un grazie a quanti, con immaginazione e passione, hanno partecipato al progetto, offrendo un loro concreto e creativo contributo.
Fondazione “Angelo Cesareo”Onlus