Cultura

Concerto AEDE per l’Europa “Contro tutti i muri”. Pia Olivieri: “Un Caffè Europeo a Ruvo di Puglia per una rinascita morale e spirituale”

 “L’essenza degli europei è l’umanità!”

Le parole di Emma Bonino, citate dalla Professoressa Pia Olivieri, anima dell’AEDE (Association Européenne des Enseignants) Sezione di Ruvo di Puglia, sono state la degna epitome all’intenso Concerto per l’Europa intitolato “Contro tutti i muri” che, nella mite serata del 12 giugno 2016, ha trasformato il chiostro dell’ex Convento dei Domenicani in uno spazio senza tempo e senza confini.

Sì, perché la Musica proietta nell’ Infinito, abbatte invisibili e impenetrabili muri tra popoli, fa addormentare la “bestia” insita nell’uomo – come non pensare allo stupendo suono della cetra di Orfeo che fa cadere Cerbero, guardiano dell’Ade, in un dolce sonno? – e comunica fratellanza, amore, giustizia.

La Musica è anche quella “delle parole”, la Poesia, l’Arte, quintessenza dell’umanità, dell’Europa.

E quando si parla di Europa, dell’ Europa del “Manifesto di Ventotene”, di Altiero Spinelli, di Ursula Hirschmann e di coloro che erano rinchiusi nel carcere di Santo Stefano durante la II guerra mondiale, si parla di universalità, di solidarietà, di rispetto della dignità dell’uomo.

L’Europa è il mondo, è un’Idea e come tale non può essere ingabbiata in angusti confini temporali e fisici e non può essere sgretolata dall’intransigenza, diffidenza e indifferenza di quei governi che disattendono gli Ideali di Spinelli.

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Leonardo Di Gioia

Per questo il Concerto “Contro tutti i muri” è stato un omaggio a tali ideali. Le musiche immortali dei grandi Maestri, eseguite dall’ Associazione Bandistica Giovanile “A. Gisonda”,  diretta dal M° Giuseppe De Lucia, hanno condotto la folta platea nel Bello e nel Buono. La “Piccola Serenata Notturna” di Mozart; il “Valzer n. 2” di Sostakovich; l’Inno alla gioia, l’inno dell’Europa, musicato da Beethoven sui versi di Schiller per citare alcuni. E molti cinefili (tra cui la sottoscritta) hanno rivisto il duello tra Armonica e Frank in “C’era una volta il West”; il cimitero indiano della sfida a tre tra Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef ne “Il buono, il brutto e il cattivo” ascoltando le colonne sonore di Ennio Morricone. Oppure hanno rievocato Marlon Brando, Robert De Niro e Al Pacino ne “Il Padrino” o la dolce Giulietta Masina e il burbero Anthony Quinn ne “La strada”; o ancora Marcello Mastroianni e la sua danza con attori biancovestiti in “Otto e mezzo” sulle note di Nino Rota.

Poi la dolce voce di Michela Cantù ha eseguito We are the world e Halleluja. Michela incarna il giovane europeo: dinamico, curioso, eclettico. E’ l’incarnazione della poesia del turco Nazim Hikmet, Nasceranno da noi uomini migliori, interpretata dall’attrice Raffaella Giancipoli. Ho fatto cenno alla Musica in versi e la serata, infatti, è stata impreziosita dalle interpretazioni dei “Kuziba”, compagnia di valenti attori composto da Raffaella Giancipoli, appunto, Bruno Soriato e Annabella Tedone.

Liriche sensuali, struggenti, di disperazione e amore per la vita, scelte accuratamente dagli insegnanti dell’AEDE.

Le donne come me, Lui ha due donne, Io e la mia felicità aspettiamo della poetessa franco-siriana Mariam Al Masri per la quale “la Siria è una ferita ancora aperta” o Libertà del francese Paul Eluard, scritta durante il secondo conflitto mondiale.

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Michela Cantù

Versi di poeti romeni, russi…versi di sofferenza, di umanità, versi che nascono dalla migrazione, dalla fuga dalla sofferenza, materiale e spirituale.  Una dimensione che, ripeto, coinvolge tutti gli uomini, a qualunque Paese appartengano. E dell’Europa fanno parte tutti, anche coloro che si vogliono respingere per logiche politiche ed economiche. Le discutibili decisioni di alcuni Paesi dell’Unione Europea rinnegano le radici dell’Europa, della loro stessa storia. Una storia che rivive nei luoghi di aggregazione, nelle piazze intitolate ai grandi del passato, agli eventi che hanno dato nuovo corso all’umanità, a differenza degli Stati Uniti che sono proiettati verso il futuro e nominano le proprie strade, con freddi e asettici numeri: ci si reca solo da un posto all’altro ma non ci si incontra, non si parla. In Europa,invece, le strade, le piazze sono centri di incontro, di discussione e a evidenziare questa caratteristica è stata la sensuale e vibrante esibizione del musicista Leonardo Di Gioia, che, dal suo bandoneon, ha fatto scaturire una musica che travalica ogni confine, la musica del tango argentino, quella ascoltata, nei quartieri di periferia di Buenos Aires da emozionati italiani immigrati.

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L’Associazione Bandistica Giovanile “A. Gisonda”, diretta dal M° Giuseppe De Lucia

Musica, letteratura senza confini, la letteratura dell’Europa dall’anima ebraica e cristiana, un’anima pura che rischia di essere corrotta dai particolarismi, da interessi economici. L’unica arma per evitare questo è la sete di conoscenza che deve essere appagata dallo studio, dal dialogo, magari anche davanti a una tazza di caffè.

Quello del caffè, amato da Vargas Llosa, è un rito comune a tutti i popoli. Simbolo di pace, aggregazione, riflessione. “Il Caffè” è il nome del foglio letterario fondato dai Fratelli Verri nel 1764 in un caffè di Milano e ispirato ai principi dell’Illuminismo, della ragione, dell’umanità – una firma è stato Cesare Beccaria.

Pia Olivieri, che attende da tempo una sede per la sezione locale dell’Aede, si augura che  sia istituito e riconosciuto un Caffè Europeo nella nostra città, affinché diventi luogo di dialogo, cultura, di discussione e riflessione sull’Europa e sul mondo e faccia germogliare nuove idee in nome di una rinascita morale e spirituale.

Nella foto in evidenza, l’Orchestra, i Kuziba (da sin. Raffaella Giancipoli, Bruno Soriato e Annabella Tedone) e la Prof.ssa Pia Olivieri

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