Agricoltura

CON FINE VACANZE RIPARTONO COMUNIONI E CERIMONIE; CORSA A FESTE E BANCHETTI IN AGRITURISMO

Con la fine delle vacanze estive e la ripresa delle cerimonie religiose, è corsa a feste e banchetti per le Prime Comunioni green in masseria, con gli agriturismi impegnati nei banchetti inizialmente previsti a maggio, ma saltati per il lungo lockdown che ha interessato anche le cerimonie religiose. E’ quanto afferma Coldiretti, sulla scorta dei dati raccolti da Terranostra, associazione agrituristica di Coldiretti. “Gli agriturismi stanno rispondendo alle richieste delle famiglie di organizzare le feste per le Prime Comunioni in chiave rurale tra settembre e ottobre, come conseguenza dello stop alle cerimonie religiose durante l’emergenza Coronavirus nella Fase1. È un boom per i banchetti che ruotano attorno alla cura dei dettagli negli allestimenti rurali e all’enogastronomia, con gli agrichef di Campagna Amica, i cuochi contadini che preparano piatti della tradizione con mirabile maestria. I nostri agriturismi offrono alloggio, ristorazione, ma anche degustazioni e attività ludiche, ricreative e sociali, dove la presenza delle donne è sempre più forte”, dichiara Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia.

Secondo l’analisi di Coldiretti – Terranostra sulla base degli ultimi dati ISTAT, la provincia di Bari con 164 agriturismi, è al secondo posto nella classifica regionale. Al top c’è il Salento, con le 360 strutture della provincia di Lecce, sulle 876 totali autorizzate in tutta la Puglia. Il terzo posto è occupato da Foggia con 132, seguita da Brindisi con 108, Taranto con 84 e BAT con 28. Con ampi spazi all’aperto – continua la Coldiretti – gli agriturismi sono forse i luoghi più sicuri per feste e banchetti perché è più facile garantire il rispetto delle misure di precauzione per difendersi dal contagio, con l’allestimento dei tavoli sotto gli ulivi o nei filari dei vigneti. Non è un caso infatti – sottolinea la Coldiretti – che appena lo 0,1% delle 51363 denunce di contagio da Covid-19 al lavoro registrate dall’Inail in Italia dal 1 gennaio al 31 luglio riguardino l’agricoltura.

“Ad attirare le famiglie sono le ricette antiche, le tradizioni della nonna, i buffet con le ricchezze dell’orto e i sapori genuini con conserve, pasta, pane fatti in casa, le visite alle fattorie degli animali, le attività rurali come il pick your own, dove a raccogliere i prodotti di stagione sono gli stessi ospiti”, insiste il presidente Muraglia.

Rinviati, invece, nella quasi totalità al 2021 i matrimoni green, per non rinunciare a causa del Covid all’offerta degli agriturismi pugliesi di pacchetti di agriwedding – spiega Coldiretti Puglia – che includono le agribomboniere lavorate con lana di pecora o gli orci in ceramica decorata, il servizio fotografico con le scenografie rurali, il menù stampato su carta riciclata, macchine d’epoca o carrozze trainate dai cavalli per gli spostamenti, con un terzo degli agriturismi pugliesi che offre cibo e servizi sempre più ricercati, restando fedeli alla tradizione contadina.

“In Puglia 1 agriturismo su 3 ha aperto le porte ai matrimoni in campagna, diversificando molto l’offerta rispetto ai pranzi di nozze tradizionali, arricchendola con servizi innovativi e caratterizzando i menù rurali. Ci sono agriturismi con percorsi benessere che consentono agli sposi e ai loro ospiti momenti di relax immersi in paesaggi rurali da sogno e allestimenti con centrotavola ad uncinetto fatti dalla nonna e composizioni di fiori di campo, oltre al cibo rigorosamente della tradizione”, racconta Filippo De Miccolis, presidente di Terranostra Puglia.

La crisi generata dal Covid 19 – sottolinea la Coldiretti – ha stravolto i programmi di promessi sposi e famiglie e azzoppato i bilanci delle aziende: dal catering alla fotografia, dai trasporti al florovivaismo, dai viaggi all’abbigliamento, dal trucco alle acconciature, dall’immobiliare fino alla vigilanza privata. Prima il lockdown e poi l’incertezza sulla diffusione della pandemia hanno costretto le coppie pronte a convolare a nozze – continua Coldiretti – a contrattare rimborsi o voucher per riorganizzare il pronunciamento del fatidico sì.

“Il boom di presenze di turisti italiani negli agriturismi ad agosto e parzialmente a settembre non può in alcun modo compensare le perdite subite dalle 876 strutture attive in Puglia nel 2020, con l’azzeramento di cerimonie, matrimoni ed eventi per cui l’agriturismo è meta favorita. A fronte dei 4,2 milioni di arrivi di turisti nel 2019 e 1,2 milioni di arrivi dall’estero, è evidente la perdita secca subita nel 2020 dalle masserie della Puglia per la chiusura delle frontiere che hanno praticamente azzerato gli arrivi di turisti stranieri e annullato le prenotazioni di italiani e del turismo di prossimità fino a giugno. E l’autunno si prospetta altrettanto negativo”, denuncia il presidente De Miccolis. “Va immediatamente attivata almeno la misura 21 del PSR per l’agriturismo, percorso già ben definito a livello nazionale che la Regione Puglia deve semplicemente declinare a beneficio dei nostri imprenditori”, conclude De Miccolis.

La spinta verso un turismo “sicuro” e di prossimità, con la riscoperta dei piccoli borghi e dei centri minori nelle campagne italiane, ha portato gli agriturismi ad incrementare l’offerta di attività, dal pranzo sul plaid con i piedi sull’erba, all’agri-aperitivo a bordo piscina o tra i filari, ma c’è anche chi si è attrezzato per ospitare i commensali nel granaio o sulle balle di fieno nell’aia o ha organizzato – conclude Coldiretti Puglia – cene romantiche tra i vigneti. Proposte che vanno ad aggiungersi servizi innovativi per sportivi, nostalgici, curiosi e ambientalisti, come l’equitazione, il tiro con l’arco, il trekking o attività culturali come la visita di percorsi archeologici o naturalistici, ma anche corsi di cucina e wellness.

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