Amministrative

Sinistra Ruvese in piazza con le candidate Tedone, Sivo e Caldarola

È il primo comizio di Sinistra Ruvese, partito a sostegno del candidato sindaco Pasquale Chieco. Si è tenuto sabato 25 in Piazza Dante tramite le voci delle candidate al consiglio comunale, Monica Tedone, Lidia Tecla Sivo e Lia Caldarola.

Monica Tedone

Ad aprire la serata sono le parole della candidata Monica Tedone. Racconta le sue esperienze partendo da quella “Scelta drastica e di coraggio” per la quale 3 anni fa partì alla volta dell’America. Dice di aver incontrato “Nuove persone, nuove culture – ma, continua – Quando sono tornata ho pensato mi sarebbe piaciuto vivere a pieno l’esperienza da cittadina ruvese. Abitare in una città non significa solo nascerci, crescerci ma vivere le relazioni con luoghi e cittadini“.

Definisce così il partito di Sinistra Ruvese, “un gruppo di matti – e aggiunge – Abitare la città per me è stato trovare un gruppo di folli missionari che hanno creduto in me, in cui mi sono riconosciuta nelle esperienze e voglia di fare.  Badate bene: essere cittadino attivo non è alzarsi la mattina, uscire di casa, fare una foto ai monumenti di Ruvo e scriverne un post su Facebook. Essere cittadino attivo vuol dire svegliarsi alle 7 e mezza di una domenica mattina, mettere in stand by il riposo, il lavoro, la famiglia, lo studio, prendere gli attrezzi per a curare la città nelle sue aree verdi. Questa è lo scopo e la parte bella della politica“.

Conclude: “L’unica promessa che ho fatto è stata per l’impegno della città, per costruire idee e praticarle con la lista. Oggi prometto di convogliare le mie competenze e la mia seppur poca esperienza per questa lista, per questa amministrazione e per la citta di Ruvo di Puglia”.

Lidia Tecla Sivo

Si presenta come architetto e mamma di tre figli, Lidia Sivo. Per questa sua professione, che sottolinea esercitare a Ruvo di Puglia, dice di aver a che fare quotidianamente con la bellezza e la sua tutela. “Il mondo deve salvare la bellezza – ritiene, riprendendo Dostoevskij – abbiamo il diritto di curare l’ambiente, il patrimonio artistico“. In merito a questo parla, perciò, di PUG, centro antico e dell’archivio storico.

In merito al Piano Urbanistico Generale dice: “Mi chiedo se chi ne parla ha accortezza dell’argomento, se ha mai aperto le carte – e spiega – Il PUG è frutto dell’amministrazione precedente e chi lo ha prodotto adesso ne disconoscere la paternità”. Definisce il progetto un “programma stiracchiato, sottoposto a personalismi e a una speculazione edilizia incredibile”. “A dimostralo sono le 137 controdeduzioni portate in consiglio comunale e le 400 osservazioni dei cittadini che hanno rilevato problemi”. Ricorda le notti insonni alla ricerca di una soluzione “ma ci è stato detto fatevi i fatti vostri” denuncia. Conclude l’argomento con un riferimento suo candidato sindaco: “A Chieco va il merito di aver ridimensionato il piano. 71 ettari di suolo agricolo sono stati sottratti a una cementificazione inspiegabile. L’amministrazione saprà ancora tutelare il nostro suolo, portando il Pug a degno compimento. Abbiamo bisogno di un PUG intelligente e disinteressato“.

Poi il centro storico. “Si può parlare di valorizzazione di esso ma da mamma – dice – mi auguro di vedere spazi belli, luoghi di incontro, di gioco, a disposizione di tutti e tutte”. Cita, qui la necessità di un piano di recupero del centro storico in cui si faccia riuso del esistente e lo si riadatti a chi lo abita. “Chi promette di risolvere tutto mente perché le problematiche vanno affrontate con studio. La materia urbanistica è complicatissima”. Propone di intervenire in maniera geniale, tattica sui luoghi per renderli maggiormente apprezzabili.

Ultimo argomento toccato da Sivo, ha toccato l’archivio storico. Questo, comprendente una serie di documenti scritti, fotografici e artistici, deve essere messo a disposizione non solo di studiosi ma anche e soprattutto di studenti e tecnici. Studiando, questi potranno fondare la progettazione urbanistica sulla documentazione storica. “La salvaguardia di questo archivio è fondamentale – dice l’architetto ruvese -perché potrebbe mettere in campo forze giovani e mettere a disposizione di tutti fonti fondamentali per una conoscenza consapevole di una città d’arte qual è Ruvo” e ne sottolinea anche l’importanza della digitalizzazione dello stesso.

In questa squadra c’è gente competente – conclude la candidata – gente che a voglia di sedersi a tavolino e risolvere le problematiche, che ha voglia di ridisegnare il futuro di questa città. Salvatore Fenicia scriveva ‘Ruvo morì e poi risorse come l’Arabia fenice’ e io credo che Ruvo stia risorgendo. Vedo bellezza intorno. Al contrario di ciò che si dice, dall’esterno c’è chi ci guarda positivamente e questo grazie alla lungimiranza di Chieco in questi anni, per questo merita la riconferma“.

Lia Caldarola

“È una campagna elettorale strana – esordisce l’avvocata, consigliera comunale uscente e candidata, Lia Caldarola – Sembra la campagna elettorale delle lamentazioni il quale unico obiettivo sembra essere Chieco. È un problema serio per la cultura politica nella quale siamo immersi. Davvero la gente immagina o le si vuol far credere che il sindaco sia un supereroe con la bacchetta magica che risolve problemi e se non lo fa e una figura terribile – e spiega – La politica serve a trovare soluzioni che medino i bisogni di tutti nel miglio modo possibile; non deve far contenti tutti ma almeno ma far sì  che tutti siano il meno scontenti possibile e che capiscano che il loro ombelico non sia l’unico ombelico del mondo”.

Il suo è l’intervento più pungente, volto a rispondere a qualche attacco ricevuto. “Questo mondo intermedio, la politica – dice – è scomparso in questa compagna elettorale assurda. Assurda perché vi sono due pezzi di sedicente centro sinistra che si sono presentate con due diversi candidati sindaco, con diverse impostazioni, dichiarando di essere entrambe contro Chieco”.

“Ora mi domando: questi due candidati sindaco, che non hanno nessuna chance di essere eletti, perché è del tutto evidente che o vince Chieco o vince Lorusso salvo cada un meteorite, con quale credibilità possano immaginare di governare insieme se neppure sono riusciti a scegliere un solo candidato? Come possiamo fidarci noi se questi affermano di essere nel centro-sinistra sapendo che l’unica possibilità che hanno è far perdere Chieco per far vincere il centro-destra? Questa è la loro scelta ma non si accreditino come centro-sinistra, né come ambientalisti perché alcuni di questi hanno governato la città come assessori all’urbanistica e quello che è successo è documentato dalle delibere”.

È un intervento degno di tono quello di Caldarola, specie sui temi ambientali. “Ambientalismo è nella testa e non solo sulla lingua. Ambientalismo è capire che ci sono dei limiti ai desideri di qualcuno e questi limiti sono indispensabili per garantire la vita ai nostri figli“. E parla delle problematiche agricole legate all’ambiente: dalla condizione degli uliveti senz’acqua alla salinizzazione delle falde. “Questo riguarda l’economia e non solo i pazzi ecologisti di sinistra ruvese. È incredibile come nel 2021 bisogna fare ancora questo tipo di ragionamento”.

Poi passa agli imprenditori, ponendo in ballo il candidato sindaco Domenico Berardi e ironizza: Io so quali scherzi fa la memoria, quanto è pericoloso avere una prova testimoniale. Io mi fido solo delle carte e sono andata a riprendere le delibere del 2000/2001“. Caldarola fa riferimento all’attacco pubblico che Berardi le aveva fatto al confronto di martedì 21 settembre. Parla della stima nei confronti dell’imprenditore candidato ma si difende.

“Nel 1999 ereditammo un piano regolatore già adottato. Questo prevedeva su via Terlizzi un’ampia zona per attività produttive di cui un pezzo poteva essere industriale o zona PIP, zona per l’insediamento degli artigiani. Il consiglio comunale, visto il tessuto territoriale della città, e cioè quello di piccola e media impresa, scelse di farsi vicino alle imprese e dedicare la metà dell’area a zona PIP. Da lì via di espropri per concedere quei terreni ad artigiani e imprenditori tramite la partecipazione a un bando”.

“L’imprenditore Domenico Berardi, però, possedeva lì un terreno molto ampio che chiedeva spinto dalla necessità di ampliare la sua azienda. Gli fu proposto allora – spiega Caldarola – di presentare un piano industriale che dimostrasse questo così che il consiglio comunale, nella legalità, potesse dargli un terreno senza alcun bando. Berardi però, insieme ad altre aziende, voleva presentare un piano di comparto che prevedeva di utilizzare non solo i propri suoli ma anche quelli di altri non imprenditori. Ovviamente il consiglio bocciò la domanda e lui presentò il ricorso al TAR“.

L’avvocata conclude dicendo che alla fine il piano industriale di Berardi lei lo ha portato in consiglio comunale e non perché lui ha presentato il ricorso. “Con la caduta dell’amministrazione, il commissariamento e due anni di centro-destra che ha devastato la vicenda degli espropri – continua – ci sono stati quattro anni in cui la politica non ha gestito questi percorsi, anni che hanno implicato che per altri vent’anni quella zona PIP rimasse com’era, salvo Berardi e qualche altro che alla fine vi si è insediato. Di ciò che ha detto Mimmo Berardi sono rimasta molto male perché è un falso – e, rivolgendosi direttamente al candidato, dice- Caro Mimmo Berardi, io sono sempre disponibile a prendermi un caffè con te. Tutti gli imprenditori seri sanno che il centro-sinistra, quello vero e non quello sedicente, è sempre stato gratis a loro vicino.

Conclude: “Gli imprenditori non sono tutti uguali. Allora perché io, che dice sono comunista, non devo combattere chi utilizza l’impresa per speculare, chi non dà una buona occupazione? Allora perché dovete votare sinistra ruvese? Perché noi siamo questi. Siamo quelli capaci, per competenza, di essere vicini ai percorsi virtuosi e combattere quelli che tali non sono. Ninni Chieco in questi percorsi c’è stato. Sarà antipatico? Ma noi stiamo scegliendo un sindaco e io da un sindaco voglio la coerenza con ciò che dice. Voglio che sappia leggere le carte e che non sia un imbroglione. Che sia antipatico poco importa: non ce lo stiamo sposando. Ninni Chieco è uno che le cose le studia e le pensa. La città è un essere vivente e non può essere lasciato nelle mani di avventurieri narcisisti”.

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