Come nasce l’Arciconfraternita del Carmine
L’Arciconfraternita del Carmine, la più antica a Ruvo, nacque nei primi anni del Seicento da un gruppo di cittadini appartenenti all’aristocrazia terriera. I fedeli decisero di dedicare la Confraternita alla Madonna del Carmine, il cui culto era molto diffuso in Puglia.
L’allora vescovo di Ruvo, Gaspare Pasquali, riconobbe ufficialmente l’istituzione della Congregazione il 15 maggio 1604. I confratelli si riunirono presto nella cinquecentesca chiesa di San Vito, ceduta dal sacerdote Giuseppe Ruta. Le regole della Confraternita vennero approvate nel 1675 dal Papa Clemente X. Più tardi, esattamente nel 1763, lo statuto confraternale venne modificato e la figura del rettore fu sostituita da quella del priore.
La Confraternita acquistò subito un potere economico importante grazie alle tante donazioni dei devoti. Con queste, infatti, fu possibile costruire il Monte Carmine nel 1607, il Monte più ricco della città. Un altro Monte gestito dalla Confraternita era quello del Purgatorio, ceduto più tardi alla Confraternita di Santa Maria del Suffragio.
Tra gli impegni della Congregazione vi era quello di nominare mensilmente due confratelli che avevano il compito di visitare, giorno per giorno, i carcerati. Ogni giovedì, inoltre, si impegnavano nel chiedere l’elemosina in giro per le vie del paese. Altri confratelli visitavano gli ammalati fornendo loro vitto e medicine.
La chiesa ospitante la Confraternita, nel 1613 fu intitolata alla Madonna del Carmelo, ancora oggi venerata da confratelli e fedeli.